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Rettore Università Tuscia: nostro Ateneo accoglie studentesse di Gaza

di TMNews mercoledì 1 ottobre 2025
2' di lettura

Roma, 1 ott. (askanews) - "Le Università devono costruire ponti e non muri, essere luoghi di dialogo e di condivisione, di ricerca e formazione": lo ha detto ad askanews Stefano Ubertini, Rettore dell'Università della Tuscia.

"E' con questo spirito che inauguriamo il John Campus tra l'Università della Tuscia e la Samarkand Agroinnovations and Research University, qui a Samarcanda che da sempre rappresenta un simbolo del dialogo fra i popoli e le diverse culture. Ed è per questo - ha aggiunge il Rettore - che mi sento di condividere quanto affermato dal ministro Bernini, cerca il fatto che la comunità scientifica italiana non debba entrare in conflitto con la comunità scientifica israeliana, ma piuttosto cercare di stabilire un dialogo".

"Non dobbiamo mai lasciare solo le studentesse e gli studenti in particolare, ma nemmeno le ricercatrici e i ricercatori - ha ribadito il Rettore -. E credo che attraverso la condivisione possiamo contribuire a convincere il governo israeliano a fermare l'orrore di Gaza. Noi all'Università della Tuscia oggi accogliamo una comunità internazionale di tantissime studentesse e studenti da tutte le parti del mondo. A suo tempo abbiamo accolto tantissimi studenti dall'Ucraina e proprio domani accoglieremo due studentesse che sono riuscite, grazie al governo italiano, a lasciare Gaza e studieranno qui con noi".

Intanto Unitus sbarca a Samarcanda. Nasce infatti il Joint Campus con l'Università SamATI, un nuovo ponte accademico tra Italia e Uzbekistan, nel segno della cooperazione e del dialogo Un campus italo-uzbeko nel cuore di Samarcanda, città da sempre crocevia di culture e simbolo di incontro tra i popoli. È qui che l'Università della Tuscia ha inaugurato, il 30 settembre, il nuovo Joint Campus insieme alla Samarkand Agroinnovations and Research University (SamATI). Un progetto che guarda al futuro della formazione e della ricerca internazionale, con corsi di laurea congiunti, scambi di studenti e docenti, e l'ambizione di costruire veri e propri ponti accademici tra Europa e Asia centrale.

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