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Nato, Cavo Dragone: deterrenza costa, ma molto meno di una guerra

di TMNews martedì 28 ottobre 2025
2' di lettura

Roma, 28 ott. (askanews) - La deterrenza è fondamentale: è costosa, ma molto più economica di una guerra, come dimostrato dal conflitto in Ucraina. Lo ha detto il presidente del Comitato Militare della Nato, Giuseppe Cavo Dragone alle Commissioni Difesa Camera e Senato riunite durante il botta e risposta con senatori e deputati. Notando tra l'altro che la Russia possiede numerose ex infrastrutture nucleari abbandonate, soprattutto al nord, che richiedono attenzione da parte dell'Alleanza.

"Se noi riusciamo a conseguire la deterrenza perfetta non ci saranno guerre; è costosa sì, ma è infinitamente inferiore a quello che costa una guerra; stiamo vedendo i costi della guerra in Ucraina e della ricostruzione: parliamo di miliardi di miliardi, quindi è una cosa assolutamente incomparabile con il 5% del nostro Pil, però questo è quello che sta succedendo e da cui dobbiamo imparare. Noi, come giustamente lei dice, non trasmettiamo il messaggio, noi abbiamo un'opinione pubblica che non sa bene o non vuole sapere bene quello che accade, parlo sempre dell'alleanza, abbiamo nell'alleanza differenti sensibilità", ha detto il presidente del Comitato Militare Nato.

Cavo Dragone ha poi citato un opuscolo giallo di 32 pagine spedito a Natale dalle autorità svedesi ai 5 milioni di famiglie del Paese scandinavo, ultimo a entrare nell'Alleanza. Il pamphlet, dal titolo "In case of crisis or war" (ovvero "In caso di crisi o guerra") si è conquistato gli onori delle cronache - dall'Economist in giù - poiché esortava i cittadini a riflettere su come si sarebbero comportati se la Svezia fosse stata attaccata. Da come arginare gravi emorragie a suggerimenti utili sulle ricadute nucleari.

Ovviamente come ha notato lo stesso ammiraglio italiano, sarebbe irreale sottoporre alla opinione pubblica di altri Paesi Nato, compresa quella italiana ma non solo, una pubblicazione del genere. Però - ha notato Cavo Dragone - è sicuramente una cosa interessante come il concetto di difesa civile, un termine che noi non usiamo, sia sviluppato in determinati paesi. E in Europa manca ancora una buona comunicazione sulla difesa civile, che in altri paesi è ben organizzata, con piani concreti per la popolazione.

Infine Cavo Dragone non ha mancato di soffermarsi sulla questione dei velivoli senza pilota. L'ammiraglio ha ricordato in una risposta che l'uso dei droni è sempre più strategico e la NATO sta rafforzando la difesa dei confini anche in cooperazione con l'Unione Europea, considerando pure le infrastrutture sensibili.

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Negli ultimi anni, i social network, come Instagram, Facebook e Tik Tok si sono trasformati in un terreno fertile per la raccolta del consenso politico, diventando strumenti indispensabili per la comunicazione diretta dei politici, l'engagement degli elettori e la formazione dell'opinione pubblica. Tutti i partecipanti all'evento si sono trovati d'accordo nell'affermare che l'errore che deve evitare un politico sui social è quella di cucirsi addosso un abito che non è il suo e comunicare in maniera diversa rispetto a come appare nella vita reale. Ecco allora la necessità di affidarsi a un social media strategist.

"La figura del social media strategist è fondamentale perché in un'epoca in cui il consenso si costruisce soprattutto on-line servono dei professionisti che conoscano nel dettaglio le piattaforme e che siano in grado, una volta identificati gli obiettivi di una campagna elettorale, di distribuire i messaggi chiave in maniera ottimale", afferma Raffa.

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Le novità nel mondo digitale sono sempre dietro l'angolo e in vista delle elezioni politiche del 2027 i leader politici dovranno confrontarsi con nuove regole adottate da alcune piattaforme.

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Brasile, oltre 130 morti nel raid anti-droga della polizia a Rio

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Si è trattato del più grande raid mai effettuato contro i narcotrafficanti della città e la più sanguinosa operazione di polizia: sono stati dispiegati 2.500 ufficiali pesantemente armati, supportati da veicoli blindati, elicotteri e droni. Il bilancio precedente del governo parlava di 64 morti tra cui quattro agenti di polizia.

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L'operazione ha portato all'arresto di 81 persone.

Il Comando Vermelho è un gruppo criminale coinvolto nel traffico di droga e armi fondato nel 1979 in una prigione di Rio; negli ultimi anni si è espanso in altri stati. In Brasile, è secondo solo al Primeiro Comando da Capital (Pcc), con sede a San Paolo, suo più acerrimo rivale.

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