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Torna "Call my agent" con Argentero, Sandrelli, Hunziker, Miriam Leone

di TMNews giovedì 6 novembre 2025
2' di lettura

Roma, 6 nov. (askanews) - Agenti, talent e tutte le nevrosi del mondo del cinema tornano dal 14 novembre su Sky e in streaming su NOW con la terza stagione di "Call my agent". Questa volta a dar del filo da torcere agli agguerriti agenti dell'agenzia CMA ci saranno Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Miriam Leone, Ficarra e Picone, il cast della serie di "Romanzo criminale" e Luca Argentero, che in una delle sei puntate sogna solo di sparire dal mondo dello spettacolo.

Tutti questi personaggi hanno accettato di interpretare se stessi, prendersi in giro, giocare sulle proprie debolezze, come spiegano lo sceneggiatore Federico Baccomo e il regista Simone Spada. "Il mio punto di vista è: proponiamo tutto quello che ci piace, al massimo ci dicono di no" ha rivelato lo sceneggiatore, mentre il regista ha detto: "C'è una parte di rappresentazione di noi stessi, chiaramente portata poi a degli eccessi. Luca lo conosco da tanti anni, siamo amici, lui è un esploratore, potrebbe fare tranquillamente lo scalatore se non fosse diventato Luca Argentero, il talent, l'attore che tutti conosciamo".

I veri protagonisti della serie remake di "Dix pour cent" sono comunque sempre Vittorio, Lea e Gabriele, interpretati da Michele Di Mauro, Sara Drago e Maurizio Lastrico. Nelle loro concitate e a volte surreali giornate devono vedersela con i capricci degli attori, la concorrenza delle altre agenzie, le rispettive, sempre intricate, vicende personali. "Loro restano uniti sia per una roba di sentimento, di famiglia, ma anche delle volte in maniera proprio utilitaristica" ha ironizzato Lastrico, mentre Sara Drago ha detto: "Mi viene in mente questa immagine, forse perché l'ho sognata un po' di notti fa: una macchina solida che va a sbattere continuamente, si staccano pezzi di carrozzeria ma la struttura rimane e si va avanti".

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L'impasse va avanti da ottobre del 2024 e riguarda il nome della presidente Rai designata dal governo, Simona Agnes, che non ha incontrato il gradimento delle opposizioni. L'accordo almeno con parte dei gruppi di minoranza è una strada obbligata poiché il voto sulla presidenza della Rai richiede una maggioranza qualificata, in quanto figura di garanzia. La 'mossa' della maggioranza da allora è stata quella di disertare le sedute della commissione: ci sono state undici fumate nere e l'attività della commissione, anche quella "ordinaria" è bloccata da un "ricatto", denuncia Floridia.

Dopo la decisione unanime in ufficio di presidenza di riunirsi per l'audizione seguita all'attentato contro Sigfrido Ranucci, "ero molto contenta e speranzosa sul fatto che la commissione potesse ricominciare il proprio lavoro, ma la maggioranza in maniera chiara e assertiva ha voluto sottolineare" che si è trattato di "un'audizione particolare ed esclusiva e mi hanno confermato che i lavori continueranno a essere bloccati", spiega Floridia.

In stand by è pure la richiesta delle opposizioni di una seduta straordinaria per poter audire, almeno l'Ad della Rai Giampaolo Rossi dopo "un anno che opera e fa scelte". Su questo si attende da febbraio che si esprima la Giunta per il Regolamento del Senato, chiamata in causa dal centrodestra. Un "paradosso", attacca Floridia: il regolamento "tutela la funzionalità delle commissioni e il regolamento prevede che in casi eccezionali si possa fare una audizione non condivisa in ufficio di presidenza. Il centrodestra ha contestato la decisione della presidente di accogliere la richiesta e l'ha accusata di aver "interpretato malamente il regolamento e mi ha segnalato alla giunta. Eppure, nonostante le sollecitazioni, non si è mai pronunciata. Io - sottolinea - ho chiesto che mi venisse dato anche torto, ma lo voglio vedere scritto nero su bianco".

A questo punto, come se ne esce? "Come presidente di commissione continuerò questa battaglia, continuando a scrivere e sollecitare le istituzioni", afferma ricordando di avere in questi mesi scritto ai presidenti di Camera e Senato e anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "che ha pubblicamente espresso un monito nei confronti di questo atteggiamento, l'ha stigmatizzato. Ma adesso - sottolinea - deve cominciare una battaglia politica, con la P maiuscola", di un paese "che vuole che le istituzioni funzionino".

Come se la immagina questa battaglia politica? "Sicuramente cominciando a coinvolgere sempre di più i cittadini, perché quando si parla di commissioni sembra che sia qualcosa che riguardi solo la politica, no". In gioco ci sono "la difesa della Costituzione, la libertà di stampa". La mancata vigilanza "è un danno gravissimo per i cittadini che, imbavagliati anche loro, sono costretti a sentire tutto ciò che viene detto dal servizio pubblico senza che nessuno" possa controllare.

La paralisi dei lavori della Vigilanza Rai, mentre si stanno svolgendo diverse tornate elettorali e si va verso il referendum costituzionale sulla Giustizia, "è un danno gravissimo per la tenuta democratica, mai si era visto" prima. "Penso di essere la prima presidente che ha subito un bavaglio istituzionale. In commissione, a parte le delibere, che sono obblighi di legge, non abbiamo la possibilità di monitorare cosa accade nel servizio pubblico".

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