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Torino celebra l'innovazione al femminile con Premio GammaDonna

di TMNews giovedì 6 novembre 2025
2' di lettura

Torino, 6 nov. (askanews) - Nella splendida cornice di Palazzo Madama, Torino ha ospitato la XXI edizione del Premio GammaDonna, l'iniziativa che da oltre vent'anni valorizza il talento e l'innovazione dell'imprenditoria femminile. La vincitrice 2025 è Francesca Failoni, CFO e co-founder di Alps Blockchain, azienda trentina che ha rivoluzionato il mondo del digital mining rendendolo sostenibile. Le sue mining farm, installate all'interno di centrali idroelettriche storiche, trasformano l'energia rinnovabile in potenza di calcolo per la blockchain, con un modello che coniuga innovazione tecnologica e impatto ambientale positivo. Queste le parole di Amalia Ercoli Finzi:

"Il messaggio che io voglio dare a queste nuove generazioni, alle ragazze che vanno ad esordire nel mondo del lavoro, è questo. Abbiate fiducia in voi stesse. Certamente avete le qualità, la preparazione e la determinazione per poter ottenere dei grandi risultati, ma ricordatevi che il mondo non è facile. Il mondo non è qui per dirvi che siete bravi. Il mondo è qui per dirvi che dovete fare l'impossibile, perché per le donne, se la vita è difficile per tutti, per le donne è difficilissima".

Accanto alla vincitrice, sono stati assegnati altri importanti riconoscimenti: Simona Maschi, del Copenhagen Institute of Interaction Design, ha ricevuto il Giuliana Bertin Communication Award; Valeria Della Rosa, fondatrice di Oli Help, ha ottenuto il Women Startup Award per la sua app che supporta i bambini con disturbi del neurosviluppo; mentre Lucia Cuman, CEO di STL Design & Tecnologia, ha ricevuto la Menzione Speciale per l'Internazionalizzazione promossa da DHL Express Italy. È poi intervenuta Valentina Parenti - Presidente Gammadonna:

"Per rafforzare i modelli virtuosi che oggi abbiamo premiato come gamma donna nella competizione internazionale, chiediamo fondamentalmente tre cose. Da un lato una visibilità globale e un accesso ai mercati esteri, perché le nostre imprenditrici sono già protagonisti oltre confine, ma hanno bisogno di vedere riconosciuti i propri modelli e hanno bisogno di ulteriore supporto. Dall'altro un'adeguata capitalizzazione, perché in Italia solo il 15% delle startup è fondata da donne e a parità di performance spesso recuperano minori capitali degli uomini".

Durante l'evento, promosso da GammaDonna, sono intervenute Amalia Ercoli-Finzi, pioniera nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali, e Antonella Sada, DHL Express Italy, che hanno sottolineato il valore della leadership femminile come leva di crescita e innovazione per il Paese:

"Per le imprenditrici, non solo italiane, mi viene da dire che serve sicuramente autodeterminazione e grazia. Muoversi con grazia all'interno dell'ambiente competitivo, del commercio e del business è sicuramente una chiave valoriale dell'approccio femminile che va evidenziata".

Realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Torino, Mediolanum Private Banking, EY e Rocco Forte Hotels, e con il patrocinio di Commissione Europea, Regione Piemonte e Città di Torino, il Premio GammaDonna 2025 conferma il ruolo di Torino come Capitale Europea dell'Innovazione. Un appuntamento che, anno dopo anno, continua a ispirare e a costruire un futuro in cui le donne sono protagoniste e motrici del cambiamento.

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Cop30, via le cravatte: il caldo di Belém cambia il dress code dei leader

Belem, 6 nov. (askanews) - Il caldo di Belem, in Brasile, vince sul dress code dei leader uomini al vertice pre Cop30, la conferenza dell'Onu sul clima.

Le temperature superano i 30 gradi centigradi nel cuore dell'Amazzonia e nel caldo umido della foresta pluviale più grande del mondo, anche il protocollo cede il passo: alcuni leader, come Gustavo Petro della Colombia, arrivano senza cravatta, mentre altri, tra cui il primo ministro di Antigua e Barbuda Gaston Browne, se la tolgono strada facendo, mentre salutano il presidente brasiliano Lula.

TMNews

Il video shock di Greenpeace su un allevamento di maiali italiano

Roma, 6 nov. (askanews) -

Carcasse di maialini abbandonate, ferite trascurate e una seria infestazione di ratti, anche all'interno delle gabbie. È quanto documentato dalla nuova indagine di Greenpeace Italia "Dietro le sbarre", pubblicata oggi insieme alle impressionanti immagini raccolte in uno degli allevamenti intensivi di proprietà della Società Agricola La Pellegrina S.P.A. a Roncoferraro (Mantova), in Lombardia, ricevute da fonti anonime e verificate dall'organizzazione ambientalista.

"La Pellegrina è detenuta al 100% dal Gruppo Veronesi (Veronesi Holding S.P.A.), l'impero dietro a noti marchi dell'alimentare come AIA, Negroni e Wudy", si legge nel comunicato diffuso da Greenpeace a seguito della sua indagine. Secondo l'organizzazione ambientalista, "con i suoi guadagni annuali miliardari, La Pellegrina è anche al secondo posto (dopo Tre Valli, sempre parte del Gruppo Veronesi) tra le prime cinque aziende zootecniche italiane con ricavi annui miliardari ( 1.651.311.000), come riportato da una recente indagine condotta da Greenpeace Italia in collaborazione con Openpolis. La società riceve, inoltre, importanti fondi dalla Politica Agricola Comune: nel 2024 era al 41esimo posto tra i massimi beneficiari della PAC in Italia, con 232.255 euro".

Nell'allevamento di Roncoferraro, i video e le foto verificati da Greenpeace mostrano la presenza di ratti nella struttura, "anche a diretto contatto con i maiali e all'interno delle sezioni maternità, e diverse aree appaiono sporche e invase dagli insetti. Un filmato mostra alcuni ratti in un'area in cui sono stati abortiti dei piccoli, che sono stati poi morsi o mangiati dai ratti. Inoltre, diverse scrofe presentano lacerazioni apparentemente non curate e prolassi uterini, mentre alcune carcasse di suinetti appaiono abbandonate da più di 24 ore. Infine, alcune riprese dall'alto permettono di individuare una perdita di liquami: uno dei pozzi usati per stoccare i reflui sembra ostruito, e per questo motivo parte delle feci e delle urine dei maiali vengono riversate sul terreno aziendale, con possibile rischio di inquinamento per i suoli e le acque circostanti".

"La denuncia che ci è stata inviata e che abbiamo potuto verificare in maniera indipendente, confrontandoci anche con esperti legali e del settore veterinario, non è purtroppo un caso isolato ed è parte integrante di un sistema insostenibile, che peraltro inquina ed emette quanto i colossi dell'industria", afferma Greenpeace Italia.

"Ciononostante, si legge sempre nel comunicato dell'organizzione ambientalista, "l'ultimo bilancio di sostenibilità del Gruppo Veronesi parla del rispetto per gli animali come di un 'valore primario', ribadendo l'impegno del Gruppo nel garantire all'interno degli allevamenti 'libertà da dolore, lesioni o malattie attraverso diagnosi tempestive e trattamenti adeguati'. Il sospetto è quindi che, il più delle volte, il benessere animale esista solo su carta, mentre le condizioni di vita degli animali all'interno degli allevamenti rimangano ben più drammatiche".

"Per questo", conclude la nota, "Greenpeace ha denunciato le pessime condizioni igieniche e sanitarie riscontrate nell'allevamento di La Pellegrina con un esposto alle autorità competenti, ed è impegnata al contempo nella promozione della proposta di legge 'Oltre gli allevamenti intensivi', per superare una volta per tutte l'attuale sistema che produce sfruttamento e inquinamento".

TMNews

Conoe, Uco rigenerato penalizzato. Stop a Pome importato

Rimini, 6 nov. (askanews) - L'olio vegetale esausto, rigenerato da una filiera italiana tracciata che ogni anno avvia a recupero oltre 110mila tonnellate di rifiuti, rischia di essere messo in ombra da importazioni meno chiare. Il Conoe, Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento degli Oli e dei Grassi Vegetali ed Animali Esausti, è in prima linea per difendere questa risorsa strategica nazionale.

"Dobbiamo riportare l'olio esausto ad avere quel valore che consente non solo la raccolta massiva di questo rifiuto che si produce nelle famiglie oltre che nella ristorazione, ma anche la possibilità di essere un prodotto, una volta trasformato, competitivo rispetto ad altri materiali che vengono usati dalle compagnie petrolifere" spiega il presidente di Conoe, Tommaso Campanile.

Il paradosso - come è emerso a Ecomondo - è che l'uso l'olio da cucina nazionale, pur derivando da un virtuoso processo di economia circolare e di una filiera tracciata e certificabile, risulta svantaggiato rispetto al POME, scarti di olio di palma, un materiale interamente importato e di tracciabilità discutibile. "La strategia italiana dello sviluppo dei biocarburanti - ricorda il segretario della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, Massimo Milani - dà sicuramente un sbocco a questa materia prima-seconda molto importante. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione. lo sbocco principale è quello dei trasporti pesanti, senza dubbio. Questo continua a dare valore agli oli esausti, bisogna continuare in questa direzione e bisogna favorire la raccolta anche del domestico dove oggi siamo in forte ritardo, ma continuare a dare valore significa creare le condizioni perché si possa continuare a raccogliere sempre di più questo prodotto che ha un grande valore intrinseco".

Gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima puntano ad aumentare l'uso dei biocarburanti valorizzando le materie prime raccolte sul territorio nazionale. Ma la filiera chiede controlli rafforzati sulle importazioni, per contrastare la concorrenza sleale e le frodi fiscali. "Il sostegno all'azione di Conoe - dice Marcello Vernola, docente di Diritto dell'ambiente Università di Cassino - è fondamentale perché rafforzare l'impegno sulla raccolta degli oli vegetali esausti, perché tornino a essere materia prima seconda, essere impiegati nella produzione di bio carburanti rappresenta il compimento della missione dell'economia circolare. Oggi i controlli sono fondamentali. Dobbiamo evitare la concorrenza sleale di prodotti importanti dall'Asia, come per esempio del Pome, e dobbiamo evitare che vengono compiuti fraudi fiscali come nel caso di Pome raffinato che in realtà è soltanto olio di palma mascherato da rifiuto".

L'appello è di superare le premialità per il Pome importato e dare il giusto valore all'Uco nazionale, rispettando il principio di economia circolare e scoraggiando il ricorso a prodotti d'importazione la cui sostenibilità e tracciabilità sono meno certe.

TMNews

Cop30, principe William e Starmer da Lula: tempo per agire sta finendo

Belém (Brasile), 6 nov. (askanews) - A Belém sono arrivati il principe William e il primo ministro britannico Keir Starmer per un incontro trilaterale con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, a margine del vertice dei leader, in vista della COP30, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima.

"La finestra di opportunità per agire si sta chiudendo rapidamente - ha detto Lula - Il cambiamento climatico è il risultato delle stesse dinamiche che nel corso dei secoli hanno diviso la nostra società tra ricchi e poveri e hanno separato il mondo tra paesi sviluppati e in via di sviluppo".

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