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Egitto: serve forza monitoraggio internazionale per Striscia di Gaza

di TMNews sabato 6 dicembre 2025
1' di lettura

Doha, 6 dic. (askanews) - Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty sollecita il rapido dispiegamento di una forza internazionale di monitoraggio del cessate il fuoco nell'ambito della seconda fase dell'accordo di pace per la Striscia di Gaza. "Abbiamo bisogno che le forze internazionali siano dispiegate lungo la cosiddetta Linea Gialla per verificare e monitorare il rispetto del cessate il fuoco". Al Forum di Doha, ha anche avvertito che il valico di Rafah per Gaza "non sarà una porta d'accesso per gli sfollati".

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Magnifico (Zest Innovation): startup, regole Ue più semplici

Roma, 10 dic. (askanews) - "Zest Innovation fa parte del gruppo Zest: investiamo nelle startup early stage e le affianchiamo nell'implementazione di nuovi modelli di business, in particolare digitali e basati sull'intelligenza artificiale. È un lavoro che riguarda sempre più anche le imprese tradizionali, chiamate a confrontarsi con modelli di innovazione dirompenti. Comunità globali come AI Salon favoriscono l'incontro tra startup, investitori e imprese all'interno di un ecosistema che evolve rapidamente". Lo ha detto Roberto Magnifico, partner e board member di Zest Innovation, intervenendo a Largo Chigi, il format di Urania TV. Magnifico sottolinea che per una startup "la velocità di esecuzione è determinante", mentre l'Europa "resta un contesto caratterizzato da ventisette sistemi regolatori differenti". Da qui la proposta di un "28 regime", l'identità unica EU-Inc, che consentirebbe alle imprese innovative di operare in tutta l'Unione evitando la ripetizione di procedure e registrazioni: "Regole più armonizzate potrebbero generare fino a 150 miliardi di euro l'anno di risparmi per le imprese". Ha ricordato inoltre che "le misure del Digital Omnibus non riguardano soltanto le startup ma anche le piccole e medie imprese, che devono accelerare la trasformazione digitale. Senza strumenti più semplici rischiamo di perdere competitività e talenti", evidenziando anche l'importanza di una revisione dell'AI Act, ritenuta necessaria per costruire un quadro normativo più semplice e facilitante, capace di sostenere la sperimentazione, attrarre investimenti e rafforzare la competitività europea. Sul fronte tecnologico Magnifico richiama il ruolo del supercalcolo: "L'Italia dispone già del centro di Bologna, una risorsa strategica per ricerca, università e startup", avvertendo però che senza un quadro normativo più fluido "rischiamo di disperdere investimenti e innovazione". "L'intelligenza artificiale è ormai pervasiva: sanità, difesa e cyber security sono i settori dove l'impatto è più forte. Le startup sono vere data factory e l'arrivo di ChatGPT ha accelerato ulteriormente l'evoluzione del settore", conclude.

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Innovazione, Volpi (FdI): semplificare il Digital Omnibus

Roma, 10 dic. (askanews) - "Nel recente evento alla Camera abbiamo lanciato un appello sul Digital Omnibus europeo: i principi sono corretti, ma restano criticità significative. È necessario semplificare per mettere tutti gli operatori nelle condizioni di competere. La concorrenza internazionale, alimentata da regole molto diverse nel resto del mondo, rappresenta una sfida per l'Italia, dove innovare costa di più e la compliance legale è particolarmente onerosa. Per questo abbiamo sostenuto la richiesta di revisione del piano, considerando che anche diciannove Capi di Stato europei hanno indicato la necessità di rimodularlo". Lo ha detto Andrea Volpi (FdI), membro della Commissione Lavoro della Camera, intervenendo a Largo Chigi, il format di Urania TV. Volpi osserva che è indispensabile "fare tutto il possibile per sostenere il settore dell'innovazione", che genera benefici anche per comparti come difesa e spazio. L'Unione Europea, aggiunge, "deve aiutare a costruire un percorso più lineare, garantendo maggiore libertà e fruibilità senza derogare ai capisaldi della normativa europea su dati e privacy". "Il decreto Innovazione 5.0 e gli Innovation Hub finanziati con risorse regionali vanno nella direzione di colmare il gap tecnologico. Il resto deve farlo la formazione, insieme a un collegamento più stretto fra università, centri di ricerca e sistema produttivo. Gli innovatori arrivano sempre più anche dagli Its: non è necessario essere tutti laureati", sottolinea. Volpi avverte infine che "senza una legislazione internazionale più adeguata, anche sul piano etico, l'Italia rischia di perdere quote di mercato in un settore che, secondo gli studi esaminati in Commissione, genererà nuova occupazione e non i danni temuti".

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Masterchef torna con i giudici Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli

Milano, 10 dic. (askanews) - Si riaccendono i fornelli di Masterchef, la nuova stagione del cooking show quest'anno punta a cercare il miglior chef amatoriale d'Italia che conosca la tradizione per poter creare l'innovazione. Da giovedì 11 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, sempre disponibile on demand, il programma ritrova alla conduzione i tre giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli che metteranno a dura prova i concorrenti.

"Come ogni anno Masterchef punta tanti tipi di cucina, specialmente la nostra, siamo in Italia e si parla della cucina italiana, poi ci saranno tanti ospiti. C'è la cucina contemporanea, moderna, attuale, ce ne sono di tutte e di più. C'è un mix ma soprattutto un mix che racconta la storia sicuramente del nostro Paese. Ma poi ci saranno tante cucine, dalla spagnola alla Norvegia, abbiamo toccato tanti stati".

Ogni prova può nascondere una sorpresa e i cuochi amatoriali devono essere attenti e dimostrare quello che sanno fare. Negli anni il cooking show Sky Original, prodotto da Endemol Shine Italy, ha cambiato la percezione del pubblico rispetto al ruolo dello chef.

"Io penso che l'esposizione mediatica della nostra professione l'abbia resa una vera professione alla quale tanti giovani aspirano. Poi, insomma, è vero, sì, il drop-out c'è, ma il drop-out c'è in tutte le professioni. Sicuramente sì, crescevamo noi, volevamo fare i calciatori, almeno oggi c'è una speranza di fare i cuochi. Quando decisi di fare l'alberghiero mi dissero a casa che non avevo voglia di fare niente, che non avevo voglia di studiare. In Francia chi sceglieva di fare lo chef, sceglieva di fare un mestiere importante. Oggi finalmente è così anche in Italia questo si è realizzato per tutti quanti noi. È anche un po' una nostra vittoria, una vittoria della nostra generazione".

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", parte da qui la sfida per i concorrenti, tra tradizione, innovazione e creatività, ma partendo da solide basi.

"Io credo che nella cucina di casa non ci sia nulla di sbagliato, non ci sia nulla di così strano. Anzi anche la casalinga è interessante, ma soprattutto la cucina casalinga vista in una maniera più contemporanea, più moderna, devo dire che è una strada bella e soprattutto divertente anche da scoprire, perché si può fare un piatto creativo anche cucinando in casa. Dobbiamo capire un po' cosa significa la creatività in cucina. C'è tante persone che confondono ancora tanto la cucina".

Tra esterne spettacolari, grandi ospiti, e la temutissima prova di pasticceria con Iginio e Debora Massari, gli sfidanti dovranno convincere i palati esigenti dei giudici.

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Col d'Orcia vienpremiata da Wine Enthusiast

Roma, 10 dic. (askanews) - L'industria vinicola italiana si trova a un bivio cruciale: mentre i dati mostrano una crescita del biologico del 4,4% in valore nei primi quattro mesi del 2025, la resistenza verso metodi di produzione sostenibili rimane forte tra i grandi produttori. Il paradosso è che pur essendo leader mondiale nella viticoltura biologica con 133.000 ettari di vigneti biologici (23% del vigneto nazionale), l'Italia continua a vedere molte aziende ancorate a pratiche intensive che privilegiano la quantità sulla qualità.

A Montalcino, dove il 49,9% della superficie di vigneti è condotta in agricoltura biologica, questa transizione è significativa. Francesco Marone Cinzano, erede della storica famiglia torinese e proprietario di Col d'Orcia, rappresenta un esempio di come tradizione e innovazione sostenibile possano convivere. 'Il vero prodotto non è il vino, ma preservare la natura per le future generazioni', afferma Marone Cinzano, che dal 2010 ha trasformato completamente i suoi 150 ettari in biologico e dal 2017 applica la biodinamica.

La scelta di abbracciare il biologico non è stata semplice per un produttore che porta sulle spalle il peso di un cognome simbolo dell'industria vinicola italiana. 'Lavorare il vigneto in modo biologico è come gestirlo in modo omeopatico, non è che come nell'industria convenzionale dove dando solo una dose maggiore di fertilizzante produco il 30% in più' spiega il Conte, evidenziando come il biologico è basato sull'armonia con la natura.

L'esperienza sudamericana di Marone Cinzano in Cile ha influenzato profondamente la sua visione. 'L'approccio culturale delle popolazioni andine nei confronti di Madre Natura è molto diverso dalla nostra. Noi abbiamo una tendenza a sfruttare il territorio, loro invece lo rispettano', racconta, riferendosi alla divinità Pachamama, Madre Natura, a cui si rivolge un pensiero ogni mattina. Il percorso cileno del Conte Marone Cinzano è partito da San Javier, nella valle del Maulle nel 1996 e ha contribuito alla riscoperta e al rilancio delle antiche varietà "Patrimoniali" . In un decennio ha operato con le nuove generazioni di vignaioli, che mirano al riconoscimento di San Javier a "Capital del Vino Patrimonial de Chile", e intanto festeggiano un primo passo, il riconoscimento a "Città Creativa UNESCO" per la gastronomia. Il merito del lavoro del Conte Francesco Marone Cinzano è stato sottolineato anche dal sindaco della città andina, Jorge Silva Sep lveda.

Recentemente, Col d'Orcia è stata premiata da Wine Enthusiast come 'Environmental Advocate of the Year', un riconoscimento che sottolinea l'impegno dell'azienda nella difesa della biodiversità. 'Ho deciso, nel 2009, di fare di Col d'Orcia una fattoria biologica e di contribuire alla difesa della biodiversità del territorio di Montalcino', spiega Marone Cinzano. La tenuta, che si estende su 520 ettari sul versante meridionale di Montalcino, è diventata un'oasi biologica e un approccio sempre più vicino alla biodinamica.

La transizione verso il biologico è stata coronato da successi come il riconoscimento di Wine Enthusiast. Questo premio, istituito quest'anno, riconosce le buone pratiche e i risultati raggiunti attraverso scelte radicali. 'A Col d'Orcia non siamo produttori di vino, siamo agricoltori, curiamo la terra, coltiviamo la vite, ed il vino è la conseguenza dell'uva che raccogliamo', afferma Marone Cinzano.

L'attenzione e la cura per l'ambiente sono diventate un ponte tra le generazioni, unendo il Conte Francesco Marone Cinzano ai figli Alberto e Santiago. La famiglia ha scelto di vivere nella tenuta, trattandola con la massima cura e attenzione verso il futuro. 'Il mio più grande successo è poter trasmettere alla prossima generazione non solo un'attività economica, ma anche un messaggio morale e spirituale', conclude Marone Cinzano.

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