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Papa: "È irrealistico" cercare la pace in Ucraina senza l'Europa

di TMNews mercoledì 10 dicembre 2025
1' di lettura

Castel Gandolfo, 10 dic. (askanews) - "Noi continuiamo a lavorare sotto traccia per riportare i bambini a casa e alle loro famiglie". Lo ha detto il Papa, uscendo da Villa Barberini, a Castel Gandolfo, parlando ai giornalisti che gli chiedevano dell'incontro con Zelensky di questa mattina. "La Santa Sede - ha aggiunto - è disponibile ad offrire spazio e opportunità per trattative e negoziazioni, che fino adesso non sono state accettate, ma siamo disponibili a cercare una soluzione per una pace duratura e giusta".

"Il tema principale" dei colloqui "è stata la questione della guerra e la maniera per cercare un cessate il fuoco. Abbiamo parlato specificamente della questione dei bambini sequestrati e prigionieri, di come la Chiesa può aiutare a riportarli in Ucraina".

"È irrealistico cercare la pace in Ucraina senza l'Europa. Purtroppo, credo che alcune parti di ciò che ho visto apportino un enorme cambiamento a quella che per molti, molti anni è stata una vera alleanza tra Europa e Stati Uniti": ha aggiunto il Papa all'uscita di Villa Barberini, a Castel Gandolfo, rispondendo ai giornalisti sul piano di pace proposto dal presidente Usa, Donald Trump.

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Nato, Rutte avverte alleati: siamo prossimo obiettivo della Russia

Berlino, 11 dic. (askanews) - "La Russia potrebbe essere pronta a ricorrere alla forza militare contro la NATO entro cinque anni, ma sta già intensificando la sua campagna segreta contro le nostre società".

Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha esortato gli alleati a intensificare gli sforzi di Difesa per impedire una guerra scatenata dalla Russia, che potrebbe essere "della stessa portata della guerra che hanno dovuto sopportare i nostri nonni e bisnonni". In una conversazione in seguito alla conferenza stampa con il cancelliere Merz, Rutte ha parlato di "visione distorta della storia del mondo" da parte di Putin, che "crede che la nostra libertà minacci la sua presa sul potere".

"La Russia spende quasi il 40% del suo bilancio in aggressioni e circa il 70% di tutti i macchinari utensili in Russia viene utilizzato per la produzione militare ; le tasse stanno aumentando" ha detto.

"Siamo il prossimo obiettivo della Russia. Temo che troppi siano silenziosamente compiacenti. Troppi non avvertono l'urgenza. E troppi credono che il tempo sia dalla nostra parte. Non lo è. Il momento di agire è adesso", ha detto Rutte. "Il conflitto è alle porte. La Russia ha riportato la guerra in Europa. E dobbiamo essere preparati", ha aggiunto.

A Berlino, Rutte ha anche affermato che troppi alleati dell'alleanza militare non percepiscono l'urgenza della minaccia russa in Europa e che devono aumentare rapidamente la spesa e la produzione per la difesa per impedire una guerra della portata di quella vista dalle generazioni passate. La Russia potrebbe essere pronta a ricorrere alla forza militare contro la NATO entro cinque anni, ha affermato Rutte.

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Lo jodel svizzero entra a far parte del patrimonio culturale Unesco

Lucerna, 11 dic. (askanews) - Lo jodel, il canto tradizionale dei pastori delle Alpi svizzere, è stato riconosciuto giovedì dalle Nazioni Unite come patrimonio culturale mondiale.

Dopo la cucina italiana, la notizia risuona tra le Alpi, lo jodel è stato inserito nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dell'UNESCO, durante un incontro a Nuova Delhi.

"In quanto canto emblematico della Svizzera, lo jodel comprende un'ampia varietà di espressioni artistiche ed è profondamente radicato nella popolazione", ha affermato il Ministero della Cultura svizzero.

Lo jodel è cantato anche in Austria e Germania, ma la Svizzera, pur avendo collaborato con la Francia per far riconoscere dall'UNESCO la tradizione orologiera meccanica del Giura nel 2020, ha perseguito questa candidatura in modo indipendente.

In Svizzera, lo jodel viene tramandato in famiglia, nei club, nelle scuole di musica o semplicemente tra cantanti.

Oltre 12.000 jodeler sono membri di uno dei 711 gruppi dell'Associazione Federale di Jodel del Paese. Il club Burgerturner-Jodler di Lucerna ha appena festeggiato il suo 80esimo anniversario.

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NEST e MAES: un nuovo programma di cooperazione internazionale

Roma, 11 dic. (askanews) - La Fondazione NEST (Network for Energy Sustainable Transition) e la Fondazione MAES (Mediterranean Academy for Energy & Sustainability) hanno annunciato l'avvio di un nuovo programma internazionale volto a promuovere la diffusione della conoscenza scientifica e il trasferimento tecnologico nell'Africa Mediterranea, Sub-Sahariana e nel Medio Oriente. L'iniziativa rappresenta un passo significativo nella strategia italiana di rafforzamento del proprio ruolo nella transizione energetica globale, offrendo una piattaforma di cooperazione capace di unire ricerca avanzata, innovazione industriale e diplomazia scientifica. Abbiamo parlato con Francesco Cupertino, Presidente di Fondazione NEST:

"Il progetto NEST è il più grande progetto di ricerca mai finanziato in Italia sul tema dell'energia, che è un tema importante per il nostro paese. Sempre più quotidianamente ci rendiamo conto che tutte le attività, dall'intelligenza artificiale alle produzioni industriali hanno bisogno di energia, ma noi non ci vogliamo fermare a quello che abbiamo già realizzato, conformando centinaia di giovani ricercatori, formando nuove tecnologie, ma vogliamo provare ad allungare le nostre etiche di collaborazione, guardando soprattutto al continente africano, che nei prossimi anni vivrà una fase di crescita demografica molto importante".

È poi intervenuto Domenico Villacci, Presidente di Fondazione MAES:

"Mettiamo a disposizione tutto il nostro networking nell'area mediterranea, africana e nell'area del golfo, sostanzialmente, dove abbiamo rapporti con diverse università, quindi lo rafforziamo e rendiamo disponibile questo networking proprio per la fondazione NEST, per questo importante progetto che loro hanno sviluppato, tra l'altro con molte università, della stessa fondazione MAES, e questo ci comporta sicuramente un'azione di sistema come paese, nel mantenere, ma anche dialogare con queste aree molto critiche e dai grandi potenziali, sostanzialmente, e per mantenere anche una alta leadership italiana a livello internazionale".

L'iniziativa risponde alla crescente domanda, proveniente dai Paesi del Mediterraneo allargato, di soluzioni energetiche integrate, formazione avanzata e strumenti tecnologici adatti ai contesti emergenti, anche in vista degli impegni internazionali in materia di climate action e sicurezza energetica.

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La formazione continua diventa priorità nel settore investigativo

Roma, 11 Dic. - Il settore delle investigazioni private attraversa una fase critica caratterizzata da un preoccupante divario tra l'evoluzione tecnologica e le competenze professionali degli operatori. Mentre criminalità e minacce si digitalizzano rapidamente, molti investigatori faticano ad adeguare le proprie metodologie, compromettendo l'efficacia delle indagini e la soddisfazione della clientela.

Christian Poltronieri, esperto del settore con oltre due decenni di esperienza, evidenzia come questa problematica stia assumendo dimensioni sempre più rilevanti: 'Non si può vivere nel passato, i tempi evolvono e quindi bisogna comunque adeguarsi. Le cose cambiano, anche le metodiche'. La sua analisi mette in luce una realtà spesso sottovalutata: l'inadeguatezza formativa di molti professionisti che operano in un campo dove ogni dettaglio può risultare determinante.

La trasformazione digitale ha rivoluzionato completamente il panorama investigativo. Strumenti che fino a pochi anni fa appartenevano al regno della fantascienza sono oggi accessibili e utilizzabili quotidianamente. Tuttavia, questa evoluzione tecnologica non è stata accompagnata da un adeguato processo di aggiornamento professionale, creando un gap pericoloso tra potenzialità tecniche e competenze operative.

'Basti pensare banalmente alla tecnologia, quello che oggi usiamo quotidianamente una volta poteva essere anche pura fantascienza', osserva Poltronieri, sottolineando come la velocità del cambiamento tecnologico abbia colto impreparati molti operatori del settore. Questa impreparazione si traduce in indagini meno efficaci, tempi di risoluzione più lunghi e, conseguentemente, in una diminuzione della fiducia da parte della clientela.

Le competenze tradizionali rimangono fondamentali ma non più sufficienti. 'In primis è fondamentale una buona capacità di osservazione seguita da una grande capacità di saper stare con se stessi, ma soprattutto bisogna saper attendere', spiega l'esperto, delineando il profilo dell'investigatore moderno che deve coniugare abilità classiche con nuove competenze tecnologiche.

Il distacco emotivo rappresenta un altro aspetto cruciale spesso trascurato nei percorsi formativi. Poltronieri evidenzia questa problematica attraverso l'esempio delle indagini matrimoniali: 'Non si può parteggiare per l'uno o per l'altro, bisogna semplicemente scendere in campo e osservare e riportare quello che si vede in maniera asettica e sterile'. Questa capacità di mantenere obiettività professionale richiede una formazione specifica che molti operatori non possiedono.

Le prospettive future del settore delineano scenari ancora più complessi. L'aumento della domanda di sicurezza aziendale e personale sta creando nuove opportunità di mercato, ma anche nuove sfide professionali. 'Potrebbe esserci una necessità più che altro di tutela e di sicurezza a livello aziendale, a livello anche personale per alcune figure', anticipa Poltronieri, evidenziando come il mercato stia evolvendo verso servizi più sofisticati e specializzati.

La crescente consapevolezza dei rischi personali e aziendali sta modificando radicalmente la domanda di servizi investigativi. 'Adesso vedo che molte persone iniziano a guardarsi intorno, a rendersi conto che in alcuni casi possono essere anche oggetto di possibili minacce, possibili violenze', constata l'esperto, delineando un mercato in espansione che richiede competenze sempre più specifiche e aggiornate.

L'impatto positivo di una formazione continua adeguata si rifletterebbe immediatamente sulla qualità dei servizi offerti. Investigatori meglio preparati significano indagini più efficaci, tempi di risoluzione ridotti e maggiore soddisfazione della clientela. Questo circolo virtuoso contribuirebbe a elevare la reputazione dell'intero settore, attirando professionisti più qualificati e investimenti in tecnologie avanzate.

La necessità di aggiornamento costante diventa quindi non solo una questione di competitività individuale, ma un imperativo per la sopravvivenza stessa del settore. 'Quindi dobbiamo essere aggiornati, sapere quali sono gli strumenti tecnici ma anche formativi che ci permettono di ottenere il migliore dei risultati in maniera tale che i nostri clienti siano sempre più soddisfatti', conclude Poltronieri, tracciando la strada per un futuro più professionale e efficace.

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