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Incidente da brividi, paracadutista resta appeso alla coda dell'aereo

di TMNews giovedì 11 dicembre 2025
2' di lettura

Roma, 11 dic. (askanews) - Un volo da brividi, fortunatamente finito bene. Le autorità australiane hanno diffuso il video in cui si vede un paracadutista rimasto appeso a circa 4.600 metri di altezza dopo che il suo paracadute si è impigliato nella coda dell'aereo da cui si stava lanciando.

L'incidente avvenuto a Sud di Cairns KERNZ durante un'acrobazia aerea, risale a settembre, ma le immagini sono state rilasciate ora dall'Autorità di controllo della sicurezza dei trasporti. Il paracadutista è sopravvissuto. Un operatore ha filmato la scena: il paracadute di riserva di uno dei partecipanti al lancio si è attivato dopo che la maniglia si è impigliata nell'ala dell'aereo. Il paracadutista è stato scaraventato all'indietro, con le gambe che hanno colpito il mezzo, mentre il paracadute di riserva arancione si avvolgeva intorno alla coda.

É rimasto a penzoloni nel vuoto, poi è riuscito a tagliare le corde del paracadute di riserva con un coltello a gancio e si è liberato, aprendo il paracadute principale e riuscendo ad atterrare. "Sebbene non fosse obbligatorio, al momento dell'incidente il paracadutista aveva un coltello a gancio attaccato alla cinghia sul torace, che gli ha permesso di tagliare abbastanza corde del paracadute di riserva fino a staccarlo" ha spiegato Sarah Fien, a capo delle indagini. "Avere un coltello a uncino fissato al contenitore del paracadute può salvare la vita in caso di apertura prematura del paracadute di riserva. Questa indagine ricorda inoltre a chi effettua operazioni di paracadutismo l'importanza di indossare un paracadute d'emergenza e di sapere come aprirlo".

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A Parigi Louvre chiuso per uno sciopero dei dipendenti

Parigi, 15 dic. (askanews) - Un bel cartello davanti all'entrata: Louvre chiuso. A due mesi dallo spettacolare furto che ha fatto emergere le gravi falle nei sistemi di sicurezza, il museo lascia di nuovo fuori i visitatori, stavolta per uno sciopero dei dipendenti, creando non pochi disagi in un clima natalizio a Parigi.

L'assemblea sindacale ha votato la proposta di un'agitazione a tempo indeterminato a partire da oggi. I lavoratori denunciano "il peggioramento delle condizioni di lavoro" e "l'insufficienza di risorse". "Nell'immediato, bisogna occuparsi della sicurezza di questa struttura, della ristrutturazione dell'edificio e bisogna creare posti di lavoro - ha dichiarato Christian Galani, rappresentante sindacale - 200 posti di lavoro persi in 15 anni, mentre le visite sono aumentate, è un peso gravoso da sopportare per il personale".

I dipendenti riuniti in assemblea generale hanno votato lo sciopero all'unanimità. "Sappiamo che 400 persone hanno votato all'unanimità per lo sciopero di oggi. D'altra parte, siamo abituati al fatto che la direzione decida se aprire o meno una parte del museo. Noi riteniamo che, dato il numero di scioperanti se il Louvre decidesse di aprire, ciò significherebbe che non sono garantite le condizioni di sicurezza per il pubblico, il palazzo e le collezioni. Quindi la responsabilità ricadrebbe su di lui" ha spiegato Elise Muller, segretaria nazionale del sindacato SUD cultura.

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"The Trials": film sul processo a Maja T. in Ungheria, come Salis

Roma, 15 dic. (askanews) - Un documentario che racconta una storia simile a quella di Ilaria Salis. Quella di Maja T., attivista non binary di nazionalità tedesca in prigione d'isolamento a Budapest, che a 25 anni rischia una condanna di 24 anni. Mentre l'Ungheria protesta contro le misure sempre più restrittive del governo autoritario, il tribunale prepara la sua sentenza. Un caso che viene raccontato nel documentario di Marta Massa, "The Trials", appena uscito in streaming su OpenDDB e disponibile per proiezioni pubbliche.

Dopo l'anteprima al Festival dei Popoli, il film-reportage arriva sulla piattaforma online e in appuntamenti nelle città italiane, per informare ed esprimere solidarietà alla ragazza, anche il vista del prossimo mese, decisivo per la sua liberazione. Sono previste a breve quattro udienze, tra cui la prossima il 22 gennaio 2026, quando arriverà la sentenza.

Oltre 17 mesi di isolamento, più di 500 giorni di prigionia in condizioni preoccupanti: militante e antifascista, Maja T. È accusata di aver preso parte a un'aggressione nei confronti di estremisti di destra durante le manifestazioni del "Giorno dell'onore", una commemorazione annuale che riunisce migliaia di militanti delle frange estreme e radicali del nazionalismo da tutta Europa (che l'11 febbraio 2023 si è tenuta appunto a Budapest). La stessa accusa rivolta a Ilaria Salis, che oggi da eurodeputata cerca di portare luce su questo caso, invitando sui propri canali social a vedere il documentario, come successo nella sua anteprima a Firenze. Secondo la difesa degli arrestati, sono molti i dettagli che non tornano, le persone ferite hanno riportato un numero limitato di giorni di prognosi: eppure, la stretta autoritaria del governo Orbàn sembra aver trovato un nemico contro cui scagliarsi. Non ultimo, il 18 marzo è stato approvato in parlamento il divieto di assembramenti LGBTQIA+.

"Nel clima di estremismo e autoritarismo in cui abitiamo, la lotta di Maja e di attivisti ungheresi contro la sistemica violazione dei diritti umani chiede a ognuno di noi: quanto siamo disposti a sacrificare per qualcun altro? Che siano i nostri figli, amici o per persone che non conosciamo. Siamo disposti a mettere a repentaglio la nostra sicurezza per proteggere quella altrui?", ha dichiarato la regista Marta Massa. "La prima volta che ho sentito parlare degli attacchi del 'Giorno dell'onore' mi ero appena trasferita a Budapest. È passato più di un anno da quando ho filmato l'ultimo processo di Ilaria Salis, antifascista di origini italiane, arrestata per il suo presunto coinvolgimento nello stesso attacco neonazista" ha proseguito.

"Ilaria Salis è riuscita a uscire dalle carceri di Budapest, ma da allora la campagna di estradizione guidata dallo Stato ungherese contro tutti gli antifascisti sospettati di essere coinvolti nel caso, ha continuato a radicalizzarsi. Per questo motivo ho deciso di continuare a filmare e di approfondire il rapporto con la famiglia di Maja, nel corso della detenzione e del processo - ha aggiunto la regista - l'estrema cura e solidarietà che ho percepito per Maja durante il periodo del processo, da parte di amici e sostenitori, mi ha spinto a partecipare e seguire da vicino la prima udienza e le udienze successive".

"Il cuore corre velocemente, portando con sé la fierezza, il ringraziamento e la fiducia, però ancora non so dove, rimango con il respiro in sospeso, comunque volto verso di voi, là tra le sedie rosse, dove la vita prospera e la speranza agisce", ha scritto in una lettera dal carcere Maja, rivolta a chi vedrà il documentario.

Marta Massa è una documentarista e direttrice della fotografia sarda, con base tra l'Ungheria e la Sardegna. Il suo ultimo cortometraggio, "Deserto Bianco", è stato proiettato a Sarajevo International Film Festival. Nel 2021 è stata selezionata per il programma New Voices, istituito dallo Scottish Documentary Institute e dedicato ai talenti emergenti nel campo del documentario. Ha completato il programma di sviluppo ItineranzeDoc per il suo lungometraggio documentario "The Trials", incentrato sul processo a Maja T.

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Usa, sparatoria alla Brown University: 2 studenti morti e 9 feriti

Roma, 15 dic. (askanews) - Fiori e candele davanti alla Brown University, a Providence, nel Rhode Island, e una veglia di preghiera con tanti studenti per ricordare le vittime, due ragazzi morti e nove feriti, in una sparatoria nel campus.

La polizia ha fermato un uomo di circa 30 anni, definito una "persona di interesse", senza fornire ulteriori dettagli sull'indagine in corso. La caccia all'uomo ha coinvolto l'intera città di Providence: era stato diffuso un video che mostrava un uomo vestito di nero uscire dall'edificio di ingegneria dopo l'attacco, senza che il volto fosse riconoscibile.

La sparatoria è avvenuta intorno alle 16 locali di sabato, durante una sessione di ripasso per un esame finale del corso di Principi di economia. Studenti e docenti sono rimasti barricati per ore in aule e dormitori, mentre le forze dell'ordine setacciavano l'area. L'ordine di restare al chiuso è stato revocato poco prima delle 6 del mattino di domenica. "È una cosa terribile - ha commentato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump - tutto quello che possiamo fare ora è pregare per le vittime e per coloro che sono rimasti gravemente feriti".

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Il Cile torna a destra: Kast vince e promette "legge e ordine"

Roma, 15 dic. (askanews) - Il Cile torna a destra con la netta vittoria dell'ultraconservatore José Antonio Kast sulla sua rivale di sinistra nel ballottaggio per le presidenziali. Con il 58% dei suffragi, Kast ha battuto Jeannette Jara, candidata comunista a capo di un'ampia coalizione di sinistra.

Il candidato più a destra degli ultimi 35 anni nel Paese sudamericano, Kast ha basato la sua campagna elettorale sulla promessa di stampo trumpiano di espellere più di 300.000 immigrati, chiudere il confine settentrionale, adottare una "linea dura" nei confronti dei tassi di criminalità quasi record e rilanciare l'economia in stallo.

"Ristabiliremo il rispetto della legge, ristabiliremo il rispetto della legge in tutte le regioni", ha promesso nella notte della vittoria elettorale. Un tempo uno dei paesi più sicuri delle Americhe, il Cile è stato duramente colpito dalla pandemia di Covid-19, da violente proteste sociali e dall'afflusso di gruppi criminali organizzati stranieri.

A Santiago, i sostenitori di Kast hanno suonato i clacson delle auto, sventolato bandiere, e si sono sentiti cori inneggianti all'ex dittatore Augusto Pinochet, il cui regime, iniziato con un sanguinoso colpo di Stato negli anni 70 si macchiò di crimini contro l'umanità commessi contro gli oppositori politici di sinistra con esecuzioni e sparizioni di massa di migliaia di persone.

Per Kast, 59 anni e padre di nove figli, è stata la terza volta, la volta buona, dopo due tentativi falliti. Il leader del Partito repubblicano ha comunque avvertito che il cambiamento non sarà immediato, riconoscendo che anche contributi provenienti da aree politiche diverse potranno essere utili nei "momenti difficili" che attendono il Paese.

Il presidente uscente Gabriel Boric, esponente della sinistra emerso dalle lotte studentesche, si è congratulato con il vincitore: "I cittadini hanno espresso il loro verdetto e hanno eletto José Antonio Kast come Presidente della Repubblica. L'ho contattato pochi istanti fa per congratularmi con lui per la sua vittoria, per augurargli successo nei prossimi quattro anni e per assicurargli tutto il nostro sostegno come governo nel processo di trasferimento delle funzioni".

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