CATEGORIE

In Regione Lombardia al via campagna per la raccolta del plasma

di TMNews venerdì 12 dicembre 2025
3' di lettura

Milano, 12 dic. (askanews) - Il plasma è la parte liquida del sangue e ha il compito di trasportare nell'organismo nutrienti, ormoni, anticorpi e proteine fondamentali, come quelle che permettono la coagulazione del sangue. Da queste proteine si ottengono farmaci indispensabili per la cura di molte malattie gravi e rare, motivo per cui la donazione di plasma è considerata strategica per il sistema sanitario. Da questa consapevolezza nasce la campagna "Il plasma non è un'altra donazione", promossa da Regione Lombardia, AVIS Regionale Lombardia e AREU.

"La donazione del plasma non è solo una donazione tecnica, perché il plasma serve anche per produrre i farmaci salvavita, i cosiddetti plasmaderivati, di cui in questo momento c'è un grande bisogno in Italia e in Lombardia. L'obiettivo è arrivare all'autosufficienza nazionale, ma soprattutto, in questo caso, all'autosufficienza lombarda" afferma Pierangelo Colavito, presidente di AVIS Regionale Lombardia, aggiungendo che "Il senso di questa campagna, per la quale ringrazio innanzitutto anche Regione Lombardia per il supporto alla sensibilizzazione, è aumentare la raccolta di plasma non solo attraverso nuovi donatori, ma anche accompagnando i donatori di sangue intero verso la donazione di plasma"

"Non bisogna aver paura: chi ha paura degli aghi deve sapere che, paradossalmente, l'ago per i tatuaggi è più grosso rispetto a quello che va in vena" prosegue, Colavito, sottolineando che "si è coccolati, sia dalle strutture sanitarie che dalle nostre Unità di Raccolta. Sono previsti anche esami preventivi, quindi c'è un aspetto di tutela della salute. L'invito è a non avere davvero paura e a rendersi utili. So che gli italiani, quando ci sono appelli e c'è bisogno, ci sono".

Obiettivo della campagna, che nasce da un'alleanza istituzionale solida e da un percorso condiviso di fiducia, cooperazione e responsabilità, punta a rafforzare ulteriormente il sistema trasfusionale lombardo, valorizzando in particolare la donazione di plasma come gesto fondamentale per l'autosufficienza sanitaria e poter produrre farmaci con un'elevata efficacia terapeutica, attraverso una forte alleanza tra istituzioni, sistema sanitario e volontariato.

"È un momento particolare, perché quando si parla di dono si pensa quasi sempre alla raccolta di sangue, mentre dobbiamo rafforzare sempre di più la sensibilizzazione sulla produzione e sulla raccolta del plasma, insieme alla formazione e all'informazione rivolte alle nostre donatrici e ai nostri donatori, soprattutto quando viene proposta la plasmaferesi. Per noi questo è importante perché Regione Lombardia è autosufficiente e può essere una Regione guida anche per le altre Regioni, in raccordo con il Centro Nazionale Sangue. Un risultato molto significativo che abbiamo raggiunto con AREU è la possibilità di avere già sui nostri elicotteri la disponibilità di sangue e plasma, per intervenire direttamente nei casi di emergenza in cui tempestività e urgenza sono fondamentali per salvare le vite delle persone" ha dichiarato Giovanni Melazzini, Dg Welfare di Regione Lombardia, preciando che "rispetto a quelli che sono i donatori già consolidati ma soprattutto quelli che verranno a essere i futuri donatori, i nuovi donatori. è classificato secondo le classi, ma noi metteremo a disposizione quasi 1,8 milioni di euro per tutti questi, per garantire questa bellissima attività che io considero un'attività ma che è un grande servizio, un grande senso di responsabilità sociale".

tag

Ti potrebbero interessare

Ucraina, Meloni atterrata a Berlino per il vertice dei leader

Berlino, 15 dic. (askanews) - La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, è atterrata all'aeroporto di Berlino, accolta dall'ambasciatore d'Italia a Berlino Fabrizio Bucci, per partecipare al vertice sull'Ucraina. La premier si è poi diretta alla Cancelleria Federale dove ad accoglierla ha trovato il cancelliere tedesco Friedrich Merz per la cena di lavoro dei leader.

TMNews

Molti a piangere il regista Rob Reiner sui social, Trump lo irride

Roma, 15 dic. (askanews) - In molti a piangere sui social il regista Rob Reiner e la sua amata moglie, Michele. Da Jamie Lee Curtis a Ben Stiller, dallo scrittore Stephen King all'attrice Kathy Bates, e anche Bill e Hillary Clinton, Barack e Michelle Obama che su X scrivono: "lui e sua moglie hanno vissuto vite definite da uno scopo. Saranno ricordati per i valori che hanno sostenuto e per le innumerevoli persone che hanno ispirato".

Di tono decisamente differente il commiato del presidente Usa in carica Donald Trump che si scaglia contro il defunto, vittima secondo lui, di "rabbioso" anti-Trumpismo.

"Una cosa molto triste è accaduta ieri sera a Hollywood. Rob Reiner, un regista e comico tormentato e in difficoltà, ma un tempo di grande talento, è mancato insieme con la moglie Michele, a quanto pare a causa della rabbia che ha causato agli altri attraverso la sua grave e incurabile malattia, una malattia che debilita la mente nota come Sindrome da disordine da Trump, a volte chiamata anche TDS. Era noto per aver mandato fuori di testa la gente con la sua furiosa ossessione per il presidente Donald J. Trump, con la sua evidente paranoia che ha raggiunto nuove vette mentre l'amministrazione Trump superava ogni obiettivo e aspettativa di grandezza, e con l'età dell'oro dell'America alle porte, forse come mai prima. Che Rob e Michele riposino in pace!"

Il famoso regista aveva parlato pubblicamente contro le politiche migratorie di Trump e alcuni profili come Democratic Wins Media lo ricordano apertamente oggi, citandolo mentre diceva "è un incubo quello che succede oggi in America".

Attualmente numerosi esponenti del mondo dello spettacolo statunitense stanno criticando Trump sui social e in tv, a partire da Robert de Niro sino ai popolarissimi conduttori dei late show. Sulla morte di Reiner e moglie la polizia sta indagando su quello che ha descritto come un apparente omicidio presso la casa dove viveva la coppia.

TMNews

Su Raiuno Women for Women Against Violence-Camomilla Award

Roma, 15 dic. (askanews) - Lo Studio 5 del Centro di Produzione RAI "Fabrizio Frizzi" ha ospitato la registrazione della decima edizione - la sesta televisiva - di "Women for Women Against Violence - Camomilla Award", format ideato e firmato da Donatella Gimigliano, Presidente dell'Associazione Consorzio Umanitas, autore in collaborazione con Cristina Monaco, e realizzato con Fondazione MedOr, SIAE e Acaia Medical Center. Un evento unico nel panorama televisivo italiano che dà voce alle donne capaci di trasformare il dolore in rinascita, dopo la violenza o un tumore al seno.

Condotta da Elenoire Casalegno e Arianna Ciampoli, con la regia di Antonio Centomani, la kermesse, che andrà in onda il 21 marzo 2026 in seconda serata su RAI UNO, vuole riportare al centro la voce di chi ce l'ha fatta, ricordando al tempo stesso due emergenze che continuano a colpire le donne: la violenza di genere con oltre 110 femminicidi ogni anno e il tumore al seno che, solo in Italia, provoca oltre 12.000 vittime l'anno, restando il big killer più letale.

Musica, testimonianze e arte per raccontare la rinascita

Ad aprire la serata è stata la cantante Joia B con il brano "Un tempo per volare", un racconto in musica della sua battaglia contro il tumore al seno, eseguito insieme ai primi ballerini della Fini Dance di New York, Concetta Barillaro e Mirko Giordano. Il cuore del programma è stato affidato a tre intensi monologhi: Ilaria Capponi, ex modella e influencer, con "Dietro la perfezione", una riflessione sul body shaming e sulla fragilità dietro l'immagine, Elisabetta Faraoni, che con "Vivere il tumore a 30 anni" racconta l'impatto di una diagnosi precoce sulla vita e sui sogni e Giuseppina Torre, pianista e scrittrice, che in "Un piano per rinascere" trasforma il dolore della violenza in forza, musica e consapevolezza. A loro si è unita Antonietta Tuccillo, stilista e donna simbolo delle passate edizioni, oggi impegnata in una nuova e delicatissima battaglia di salute che ha lanciato un suo appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal titolo "Malattia e povertà: la doppia condanna".

I premiati del Camomilla Award, scultura del Maestro orafo Michele Affidato, ispirata alle virtù terapeutiche della camomilla e dedicato a personalità che hanno dato valore civile, culturale e sociale al proprio impegno, sono stati: Manuela Moreno, per la sua battaglia contro la pornografia deepfake, Bianca Nappi, attrice attenta a promuovere la cultura del rispetto e alla prevenzione della violenza sulle donne, Massimo Giletti e la giornalista Rebecca Pecori, per aver acceso i riflettori sull'ingiustizia subita da Barbara Bartolotti, sopravvissuta a un tentato femminicidio, contribuendo alla modifica di una norma regionale discriminatoria. Il conduttore ha ricevuto il Premio proprio da lei che oggi lavora in Regione Siciliana. Ed ancora Salvatore Carotenuto, Brigadiere Capo dell'Arma dei Carabinieri - Legione Campania, protagonista con altri due militari del salvataggio di due bambini sequestrati dal padre a Pompei: una storia che avrebbe potuto avere un tragico epilogo. Il militare ha ricevuto da Luca Valentini, direttore commerciale di MSC Crociere, un voucher per mamma Cristina e i suoi due figli, andato anche a Fanny Cristina Campion, che affronta da anni un tumore al seno metastatico.

Gli ospiti e gli artisti sul palco - Non sono mancati momenti di spettacolo e musica, con una ricca selezione di artisti come gli irresistibili Gemelli di Guidonia, con estratti dal loro show "Intelligenza musicale", la violinista dall'archetto luminoso Elsa Martignoni, le voci di Giulia Casagrande e Angela Loy Williams, i musicisti della Women for Women Orchestra coordinati da Musitalia di Mariella Restuccia: Susanna Bertuccioli (arpa), Angelo Compagnoni (basso), Giuseppe Mario Finocchiaro, Luca Leonori (batteria), Camilla Refice (flauto), Nadia Restuccia, Gabriella Correnti (pianoforte a quattro mani), Fortunato Rovito (chitarra). I dancers Lorenzo Bissolotti, Simona Federico, Giada Gambilongo, Fabiola Prezioso, Elena Simari. Direttore Creativo Antonio Fini, coreografie Erika Spaltro, assistente Carmela Caparelli. Le personalità presenti alla cerimonia - A consegnare i Camomilla Award sono stati Giuseppe Brindisi, conduttore di Zona Bianca, Paola Ferazzoli, giornalista di Porta a Porta e Presidente di Giornaliste Italiane, Carlo Parisi, Direttore di Giornalisti Italia, Gianni Todini, Direttore Askanews e media partner del programma. Executive Donors: MSC, GEELY, Michele Affidato, Musitalia, Bionike, Paul Mitchel, Collistar, LGR, Inprinting, ArtCloudNetwork

TMNews

I nomi di Jedediah Berry: "Le arti strumenti contro l'oppressione"

Milano, 16 nov. (askanews) - Aveva debuttato con un romanzo sorprendente come "Manuale di investigazione" del 2009, ora torna con un nuovo libro altrettanto affascinante, "La canzone di nomi", che esce in Italia per Fazi. Jedediah Berry, scrittore americano che nel Massachusetts gestisce anche una casa editrice indipendente, ci ha parlato del valore che hanno le parole e soprattutto l'atto di nominare. "I nomi nel libro - ha detto ad askanews - non sono solo l'argomento del romanzo, ma anche un modo per invitare il lettore a vedere il mondo della storia che viene costruito mentre i personaggi lo esplorano. Quindi sono linguaggio, ma anche uno strumento di potere e perfino un mezzo di esplorazione".

Una storia che ha sfumature fantastiche o distopiche e che racconta di un mondo nel quale le parole sono scomparse, perdute, e l'umanità ha dovuto ripartire da zero. Ma grazie al lavoro dei comitati per i nomi, a poco a poco, le parole stanno tornando a dare speranza. "Per me il linguaggio e le storie - ha aggiunto lo scrittore - hanno un potere mitologico. E vorrei che, muovendosi nel romanzo, il lettore sentisse che quando viene dato un nome a qualcosa si tratta anche di un evento magico. Per lungo tempo delle cose praticamente non sono esistite perché non c'era una parola per definirle. Ma poi, quando la parola è stata trovata tutto è cambiato".

Pur nel contesto fantastico della storia, che pullula anche di mostri e strani personaggi, si capisce, in fondo, che quella società che brancola nel buio somiglia molto alla nostra, soffocata dal controllo digitale e da poteri sempre più invadenti la sfera privata delle persone. "Uno dei messaggi del romanzo - ha concluso Jedediah Berry - è che l'arte le sue espressioni di tutti i tipi, come la pittura, la performance, il teatro sono modi per combattere l'oppressione. Di fondo le forze autoritarie vogliono reprimere la conoscenza, le connessioni, dividerci gli uni dagli altri. E le arti si occupano proprio di queste connessioni: per questo per buona parte del libro il personaggio principale trova se stessa in uno strano spettacolo viaggiante nel quale vengono messe in scena le storie del passato. E così facendo in quei momenti si cambia davvero il mondo. Ho detto spesso che non penso che le storie ci possano salvare, ma io so che abbiamo bisogno delle storie per salvare noi stessi. E il libro tratta proprio di questo: come salvarci attraverso il linguaggio e le arti".

TMNews