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I nomi di Jedediah Berry: "Le arti strumenti contro l'oppressione"

di TMNews lunedì 15 dicembre 2025
2' di lettura

Milano, 16 nov. (askanews) - Aveva debuttato con un romanzo sorprendente come "Manuale di investigazione" del 2009, ora torna con un nuovo libro altrettanto affascinante, "La canzone di nomi", che esce in Italia per Fazi. Jedediah Berry, scrittore americano che nel Massachusetts gestisce anche una casa editrice indipendente, ci ha parlato del valore che hanno le parole e soprattutto l'atto di nominare. "I nomi nel libro - ha detto ad askanews - non sono solo l'argomento del romanzo, ma anche un modo per invitare il lettore a vedere il mondo della storia che viene costruito mentre i personaggi lo esplorano. Quindi sono linguaggio, ma anche uno strumento di potere e perfino un mezzo di esplorazione".

Una storia che ha sfumature fantastiche o distopiche e che racconta di un mondo nel quale le parole sono scomparse, perdute, e l'umanità ha dovuto ripartire da zero. Ma grazie al lavoro dei comitati per i nomi, a poco a poco, le parole stanno tornando a dare speranza. "Per me il linguaggio e le storie - ha aggiunto lo scrittore - hanno un potere mitologico. E vorrei che, muovendosi nel romanzo, il lettore sentisse che quando viene dato un nome a qualcosa si tratta anche di un evento magico. Per lungo tempo delle cose praticamente non sono esistite perché non c'era una parola per definirle. Ma poi, quando la parola è stata trovata tutto è cambiato".

Pur nel contesto fantastico della storia, che pullula anche di mostri e strani personaggi, si capisce, in fondo, che quella società che brancola nel buio somiglia molto alla nostra, soffocata dal controllo digitale e da poteri sempre più invadenti la sfera privata delle persone. "Uno dei messaggi del romanzo - ha concluso Jedediah Berry - è che l'arte le sue espressioni di tutti i tipi, come la pittura, la performance, il teatro sono modi per combattere l'oppressione. Di fondo le forze autoritarie vogliono reprimere la conoscenza, le connessioni, dividerci gli uni dagli altri. E le arti si occupano proprio di queste connessioni: per questo per buona parte del libro il personaggio principale trova se stessa in uno strano spettacolo viaggiante nel quale vengono messe in scena le storie del passato. E così facendo in quei momenti si cambia davvero il mondo. Ho detto spesso che non penso che le storie ci possano salvare, ma io so che abbiamo bisogno delle storie per salvare noi stessi. E il libro tratta proprio di questo: come salvarci attraverso il linguaggio e le arti".

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