Mar-a-Lago, 30 dic. (askanews) - Dopo Zelensky, Donald Trump ha ricevuto nel suo resort di Mar-a-Lago Benyamin Netanyahu, chiudendo l'anno con una serie di incontri cruciali per la politica internazionale. Nel quinto incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il premier israeliano, al di là di proclami di intenti, con Trump che ha definito il suo ospite un "eroe di guerra, dicendosi sicuro che avrà la grazia", il clima non era del tutto rilassanto. Il tycoon è sembrato sempre più insofferente verso alcune scelte israeliane degli ultimi mesi e per le continue operazioni nell'enclave che hanno provocato 400 morti e ha ribadito la necessita di avviare la fase due a Gaza dopo il fragile cessate il fuoco che aveva personalmente finalizzato ad ottobre. Trump però è soprattutto tornato a puntare il dito contro Hamas.
"Beh, abbiamo parlato di Hamas e di disarmo. E gli verrà concesso un periodo di tempo molto breve per disarmarsi. Ma se non lo faranno, come hanno concordato, allora la pagheranno cara", ha detto durante la conferenza stampa congiunta precisando però che Stati Uniti e Israele non sono "d'accordo al 100%" sulla Cisgiordania ma che "arriveranno a una soluzione" e aggiungendo di non aver scartato l'ipotesi dell'invio di truppe turche nella Striscia di Gaza.
Poi è tornato a parlare di un altro fronte caldo, minacciando di sferrare un altro attacco contro l'Iran se Teheran tenterà di ricostruire il suo programma di missili balistici o riprenderà il suo programma nucleare.