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Alessandro Di Battista rompe il silenzio: insulti a Matteo Salvini, vaffa ai grillini

di Davide Locano domenica 31 marzo 2019
2' di lettura

Dopo più di un mese e mezzo, Alessandro Di Battista rompe il silenzio. Non che ci mancasse, ma tant'è. Il grillino urlatore parla in una diretta Facebook in cui annuncia urbi et orbi che no, non si candiderà alle elezioni Europee: "Ho riflettuto sull'opportunità di una candidatura alle europee e ho detto no". Insomma, la richiesta evidentemente gli era arrivata: Dibba declina. "Candidarsi - riprende - significa scegliere di mettersi a disposizione della collettività. O sei convinto o no. Io non vorrei andare a Bruxelles... non renderei. O tu butti tutte le energie in quel modo, come ho fatto in Parlamento, o non le fai le cose bene. In questi 40 giorni di silenzio ho riflettuto... ho vissuto dei giorni tranquilli. Se dovessi decidere di rimettermi in campo in primissima linea voglio farlo al meglio. È una questione di serietà nei confronti dei cittadini". Insomma, Di Battista lascia intendere di non gradire la destinazione europea, dove forse il M5s avrebbe voluto confinarlo. Leggi anche: Di Maio caccia Di Battista ai margini del M5s? Quindi Di Battista parla del suo futuro: "Voglio fare altro, continuare a scrivere, a conoscere il mondo. Voglio continuare a farlo con Sahra. Sto scrivendo un libro, edito dalla casa editrice del Fatto Quotidiano, voglio chiamarlo Politicamente scorretto e tratterà una serie di temi che mi stanno a cuore, come il conflitto di interessi. Voglio parlare di colonizzazione, di Africa...". Libercolo 'imperdibile', insomma. Quindi Dibba si rivolge proprio al M5s, con un suggerimento non richiesto: "Dovrebbe supportare in politica estera il diritto di stare a casa loro, diritto principale. Per far questo si creano dei nemici, ci vuole coraggio, ma il cambiamento quando è vero non è mai indolore". Ovviamente se la prende coi giornalisti, come tutti i peggiori grillini: "La stampa ha scelto Matteo Salvini, lo adora. Per loro è la speranza. La Lega è la speranza di vedersi garantiti i finanziamenti pubblici alla stampa, la reintroduzione della pubblicità per le aziende del gioco d'azzardo vietate dal decreto dignità". Il consueto delirio, insomma. Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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