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Sos Dolce e Gabbana: "Se ci danno 400milioni di multa chiudiamo"

I due stilisti sotto processo per evasione fiscale proclamano la loro innocenza e lanciano l'allarme. A rischio centinaia di posti di lavoro

Matteo Legnani
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E' "pace armata" tra Domenico Dolce e Stefano Gabbana e il Comune di Milano. I due stilisti, che la scorsa settimana avevano chiuso per tre giorni tutte le loro boutique milanesi per protestare contro l'assessore al Commercio D'Alfonso (il quale aveva detto che non si dovrebbero concedere spazi pubblici a vip che hanno ricevuto condanne per reati odiosi come l'evasione fiscale), hanno accettato l'invito del sindaco di Milano Giuliano Pisapia a un incontro pacificatore. Ma in due interviste, rilasciate a Repubblica e Corriere della sera, Dolce e Gabbana spiegano di non rassegnarsi "ad essere crocifissi come ladroni. Perche' non lo siamo. I due stilisti ripercorrono la vicenda giudiziaria, proclamano la loro innocenza da tutte le accuse, ripetono che andranno in appello per la condanna penale di primo grado (a un anno e 8 mesi), e in Cassazione per la multa per infedele dichiarazione dei redditi e spiegano che se saranno confermati i 400 milioni di multa dovranno chiudere. "Non saremmo in grado di resistere'' spiegano.

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