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Milano, corsi di sadomaso nei palazzo di Comune

Andrea Tempestini
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Immaginate un lunedì sera qualunque. Uno di quelli in cui, complice la noia, si decide di uscire per partecipare a qualche attività promosso dal Comune. Nessuna sorpresa, di solito. A volte, invece, a Milano capita di incappare nella presentazione di “Nuda - Racconti Erotici”, l'ultimo gioiello editoriale gay-lesbo presentato alla Casa dei Diritti di via De Amicis. Per chi non sapesse, si tratta di un lussuoso palazzo in pieno centro che la giunta ha deciso di destinare - dopo aver speso migliaia di euro per i restauri - alle attività delle associazioni “arcobaleno”. «Un luogo», aveva detto l'assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino, «dove i diritti di tutti, contro ogni tipo di discriminazione, saranno tutelati e difesi e dove saranno realizzate attività culturali proposte dalla città». E invece ora si insegnano pratiche Bdsm. Per chi non fosse al corrente del significato di questo acronimo, e speriamo sia la maggioranza dei lettori, per Bdsm si intende un insieme di pratiche sessuali basate sulla dominazione e la sottomissione. Quindi Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo. Da qui la sigla. Il tutto, ovviamente, è stato illustrato con una serie di esempi pratici, come si può vedere nelle immagini pubblicate a lato. Il tutto all'interno di un contesto pubblico. Il librino, poche pagine pubblicate in versione ebook, è stato scritto da Michela Pagarini, scrittrice, milanese d'adozione, lesbica «militante e orgogliosa» che ha raccolto tra le sue pagine «trentuno istantanee di erotismo lesbico dove gli elementi tradizionali dell'eros incontrano gli assi portanti del Bdsm». «Erotismo lesbico, shibari e bdsm in sede istituzionale: fatto!» esultava Rita Pierantozzi, attivista per i diritti dei gay. Perché la presentazione del volumetto era solo un punto di partenza per arrivare invece poi a discutere di «pratiche Bdsm, dei loro significati, personali e politici». A chiudere, «un assaggio di performance di shibari», una versione del bondage che consiste nel legare il proprio partner per piacere con corde giapponesi. Una pratica erotica antica, complessa e che, troppo spesso, ha portato i “giocatori” a un livello di perversione tale da condurre il partner legato alla morte per asfissia. Un dialogo aperto che ha inorridito gli esponenti della destra milanese che gridano allo scandalo. «Il diritto alla decenza chi lo tutela? E il diritto al buon gusto chi lo tutela? E il diritto dei minori chi lo tutela? E perché no il diritto dei cattolici chi lo tutela?» domanda Nicolò Mardegan, coordinatore pro tempore del Nuovo Centrodestra cittadino «Questi sono tutti i diritti che tuteleremo noi quando cacceremo Majorino e questa amministrazione dal Comune di Milano». «Apprendo con stupore questa notizia» continua Mardegan che sottolinea come, a questo punto, «il grave aumento delle tasse da parte della giunta Pisapia serve per sponsorizzare eventi pornografici». «I milanesi credo che a questo punto facciano il conto alla rovescia attendendo con ansia il giorno delle prossime elezioni cittadine, nel 2016» ha concluso il coordinatore pro tempore di Ncd. Si dice «inorridita» da questo evento anche Irene Pasquinucci, consigliere di Zona 7 per il Nuovo Centrodestra. «Lo stesso rigurgito lo avrei avuto se la Casa dei Diritti del Comune di Milano avesse ospitato una serata sullo stesso tema in chiave etero» precisa Pasquinucci. «Mi sembra decisamente poco decente ospitare alla Casa dei Diritti un evento del genere, e farne pubblicità nell'home page del sito del Comune di Milano». Per la consigliera di zona di Ncd, infatti, «un conto è difendere e sostenere i diritti delle persone, un altro rappresentare in un luogo istituzionale un evento sadomaso. Non capisco assolutamente perché il sesso sadomaso-lesbico, la perfomance di bondage, la «frusta in mano», la «pratica del sesso intriso di dominazione e sofferenza e piacere abbiano trovato spazio in un luogo così decoroso? L'assessore Majorino deve a tutti i milanesi molte spiegazioni». di Marianna Baroli

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