Milano ha da tempo un rapporto speciale con la cucina asiatica, un legame che si è evoluto di pari passo con la sua crescita come capitale internazionale del gusto. La città, crocevia di culture e influenze, ha saputo accogliere e reinterpretare l’Oriente gastronomico con una sensibilità tutta propria, trasformando il sushi e i sapori dell’Est in esperienze raffinate e cosmopolite. È in questo contesto che nasce Sato Sushi Experience in Porta Venezia, un indirizzo che incarna perfettamente la curiosità e l’apertura dei milanesi verso il cibo asiatico di qualità. Qui il concetto di all-you-can-eat si libera da ogni cliché per diventare un momento di autentico piacere gourmet, dove la materia prima, la tecnica e l’estetica convivono con l’eleganza metropolitana che da sempre contraddistingue la città. Il locale è guidato con mano fresca da un team under 40: alla base l’imprenditore della ristorazione asiatica gourmet Zhu Leonardo, che ha voluto trasformare un’esperienza di sushi in qualcosa di più di una semplice cena: un vero e proprio viaggio sensoriale. L’ambiente è pensato per essere sobrio e accogliente, con materiali naturali, legno e toni chiari che creano una sensazione di calma e eleganza, perfetta per la cucina che propone. Il metodo del ristorante ruota attorno a due poli fondamentali: da un lato l’eccellenza della materia prima, dall’altro la cura e la coerenza del servizio, così da garantire che l’all-you-can-eat non diventi sinonimo di sacrificio della qualità.
Ogni piatto è concepito come racconto di equilibrio, armonia e tradizione: così, la tecnica giapponese incontra materia prima scelta e una presentazione attenta. Nel menu si leggono specialità che testimoniano chiaramente questa ambizione: ad esempio lo Zuke Maguro, tonno marinato, elegante nella semplicità; il Millefoglie di Tonno, che svela una stratificazione di gusto e texture; oppure il celebre Black Cod marinato al miso, dallo spessore gustativo notevole; e ancora il Teppan Kobe, che celebra la carne d’eccellenza in chiave giapponese. Vi sono anche preparazioni come l’Uramaki Wagyu, oppure il - nel fronte più “sushi puro” - nigiri preparati con gambero rosso di Mazara, anguilla, o Wagyu, proposte che raramente si trovano in formule libere fino all’esaurimento. Nel contesto all-you-can-eat la proposta si distingue per la qualità e non per il sovraccarico: la scelta è ampia ma calibrata, l’ordinazione avviene con strumenti digitali al tavolo che facilitano l’esperienza mantenendo comunque l’attenzione del servizio.
Tra i piatti d’ingresso si segnalano anche il Carpaccio di ricciola con gambero rosso e tartufo e i Tacos di astice, gamberi argentini, asparagi e maionese piccante, segno che la proposta va oltre il classico sushi-roll e abbraccia un’idea più ampia di cucina giapponese e “asiatica gourmet”. L’atmosfera del locale, la cura degli ambienti – progettati dallo studio di architettura Nick Maltese Studio – e il tono informale ma curato creano il contesto ideale per una cena che voglia essere allo stesso tempo accessibile ma distintiva. Il ristorante è aperto tutti i giorni con due turni – pranzo e cena – e accoglie gli ospiti con formule alla carta o all you can eat, maturando l’idea che “accessibilità” non debba significare compromesso. In sintesi Sato Sushi Experience non è solo un ristorante che serve nigiri e uramaki: è un progetto che vuole dimostrare che anche nel formato “libero consumo” la qualità, la materia prima selezionata, la tecnica e l’ambiente possono fare la differenza. Per chi desidera un’uscita in città diversa dal solito sushi-buffet, in un contesto che sa essere raffinato ma non snob, questo indirizzo rappresenta una scelta significativa: una cena al ristorante che funziona come un piccolo viaggio nella cultura gastronomica del Giappone, senza però perdere il ritmo della Milano contemporanea.
Autrice dell'articolo Orchidea Colonna
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