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Vittorio Feltri in festa per l’Atalanta esulta in faccia ad Andrea Agnelli: “Adesso vatti a nascondere”

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di Vittorio Feltri giovedì 12 marzo 2020

2' di lettura

 Forse non è il momento adatto per parlare di sport, di calcio in particolare, visto che il virus fa passare tutto in secondo ordine, a maggior ragione le questioni ludiche. Tuttavia c' è un caso di cui non si può tacere. Mi riferisco ad Andrea Agnelli, presidente della Juventus, la squadra giustamente più amata dagli italiani, prima in classifica nel campionato di serie A, testé sospeso per cause di forza maggiore, il quale presidente - dicevo - circa una settimana fa aveva dichiarato: è ingiusto che l' Atalanta disputi la Champions poiché non è sufficientemente blasonata, non ha una storia gloriosa, e stupidaggini del genere. Un discorso da fighetto salito ai vertici del grande club per diritto di successione, cioè senza meriti sportivi, che ha offeso la società orobica e i tifosi della Dea, consapevoli che essa non è stata ammessa alla massima competizione europea perché raccomandata, bensì in quanto ha dimostrato sempre, in particolare nell' ultimo quadriennio, di essere molto dotata, avendo raccolto sul campo, non nei salotti torinesi, risultati di alto livello.

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PAROLE AL VENTO
 Come spesso accade, le parole al vento pronunciate da uomini presuntuosetti si sono rivelate non soltanto inopportune, ma pure mendaci. Infatti la negletta Atalanta, dopo aver battuto nella partita di andata degli ottavi, a San Siro, il Valencia per 4 a 1, lo ha ribattuto in quella di ritorno, in Spagna per 4 a 3, comprovando di essere sul piano del gioco una formazione di rango superiore, quindi degna di figurare - numeri alla mano - tra le prime otto formazioni del continente. Spero che ad Agnelli, rampollo di un famiglione che talvolta non ha brillato per senso di responsabilità, non sia sfuggito un dettaglio, cioè che i nerazzurri giocano bene quanto i bianconeri, pur non avendo alle spalle una delle maggiori fabbriche di automobili del mondo.


TUTTI IN FINALE
Essi sono il vanto di una città di provincia modello, più piccola di Torino, eppure tra le più produttive del Paese, e guidati da un presidente, Antonio Percassi, il quale pur avendo cominciato l' attività come giocatore di difesa, in pochi anni è diventato un imprenditore con i fiocchi e i controfiocchi, infine il miglior dirigente del pallone italico, tanto è vero che il bilancio della società, sia agonistico che economico, è talmente rigoglioso che il virgulto dell' ovile juventino dovrebbe ammirare inchinandosi.
Invece no, anche dopo il trionfo dell' Atalanta ottenuto martedì sera, Agnelli non ha avuto la dignità di ammettere di essersi sbagliato e di scusarsi con i miei concittadini bergamaschi nonché con gli atleti da questi ultimi amati. Mi auguro due cose: che Agnelli si vergogni delle bischerate che gli sono uscite di bocca e che la Juventus vinca la gran coppa, magari nella finale con l' Atalanta. Sarà difficile.
Non impossibile.

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Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.