Vittorio Feltri
Carlo Verdelli passa direttamente da Repubblica al Corriere della Sera. L'indiscrezione rimbalzata su Dagospia prevede l'arrivo in via Solferino, in qualità di editorialista, del direttore appena cassato da John Elkann. La famiglia Agnelli, che controlla il gruppo Gedi, ha infatti piazzato Maurizio Molinari alla guida del quotidiano di Scalfari, dando il via a un netto cambiamento della testata. Un cambiamento che ha acceso gli animi di giornalisti e non, molti dei quali (basta ricordare Gad Lerner) se la sono date a gambe.
E così l'annuncio di Verdelli al Corriere non può che far tornare tutte le cose al loro posto, o quasi. "L’ex direttore della Repubblica, Verdelli - cinguetta Vittorio Feltri -, è stato assunto dal Corriere in qualità di editorialista. Giustizia è fatta". Il direttore di Libero pone così fine alle tante polemiche che si sono susseguite nelle ultime settimane.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.