Come una sorta di Conte di Montecristo, Paolo Del Debbio usa ritornare ai palinsesti Mediaset fiero e vendicativo. Da quando - dopo un meritato quanto forzato riposo - è rientrato alla casa di Rete 4 dopo la tentata (e fallita) palingenesi del canale diretto da Seba Lombardi, Del Debbio non ha sbagliata una. Perde chili e aumenta d'ascolti. L'altra sera il suo Dritto e rovescio ha registrato 1.080.000 spettatori con il 6.1% di share, mentre su La7 il diretto concorrente, il pur bravo Corrado Formigli a Piazzapulita (tra gli ospiti Pierpaolo Sileri e Carlo Bonomi), ha convinto 1.007.000 spettatori con uno share del 4.8%. E non si può dire che gli argomenti fossero light: immigrazione con uno scazzo tra la leghista Borgonzoni e la giornalista italo-marocchina Karima Moual; cassa integrazione e problemi economici annessi; omofobia, laddove un teologo si scontrava epicamente con Vladimir Luxuria.
E, la volta prima, Del Debbio aveva ospitato un vis-à-vis con Vittorio Feltri e con un collegamento dalle strade di Napoli sul reddito di cittadinanza. Stesso risultato d'ascolti. Settimane prime ancora, aveva tentato un esperimento ardito: infilare un'arzilla "casalinga di Voghera", la signora Silvana strappata a una pagina di Zavattini, a commento dei fatti politici. Impennate di share anche lì. Oramai Del Debbio sta all'informazione del Biscione come la d'Urso sta all'intrattenimento. Trattasi dell'emblema di un giornalismo accurato molto popolare, a volte volutamente chiassoso e che è la pietra angolare dell'edificio delle notizie Mediaset; e che, soprattutto entra in empatia immediata coi propri telespettatori. Il filosofo Del Debbio, con quel suo fare gigionesco-divulgativo dà sempre l'idea di compulsare gli ascolti con la stessa intensità delle Confessioni di Sant' Agostino. In questo momento è uno dei migliori conduttori sulla piazza.
Autorevole a Cologno sin dai tempi in cui organizzava i corsi di public speech per i manager e coordinava il programma fondativo di Forza Italia, l'uomo è sempre stata una risorsa interna Mediaset. Risorsa televisivamente mal utilizzata. Finché, vuoi per una questione di risparmio, vuoi per vedere l'effetto che fa, il deus ex machina dell'informazione Mauro Crippa non l'ha piazzato nel preserale e in prima serata. Da Paolo lì s'è scollato solo temporaneamente per far posto ad esperimenti informativi con colleghi esterni, tutti sistematicamente bruciati nel rogo dell'audience. A volte puoi non essere d'accordo con lui, ma alla fine l'ascolto, specie nella tv commerciale, è sempre l'ultimo giudice...
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.