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Vittorio Feltri, perizia psichiatrica al Cav? Allora un esame di latino per chi lo vuole processare

di Vittorio Feltri venerdì 17 settembre 2021

2' di lettura

Di questi tempi cupi si discute di riforma della giustizia e ciascuno dice la sua con qualche ragione. Vedremo come andrà a finire, non sono ottimista, ma spero di sbagliare. Io non ho studiato giurisprudenza ma chiedo ai magistrati se conoscono bene il diritto romano che secondo me è ancora oggi alla base della materia giudiziaria. Credo altresì che la lingua latina, attualmente snobbata, sia ancora basilare e andrebbe approfondita non solo da chi poi indossa la toga, ma anche dai cittadini. La vecchia lingua madre non è del tutto vero sia morta, semmai è trascurata e ciò crea dei danni alla comunicazione.

Un esempio cretino ma significativo è il seguente: in latino si dice sì o no, quasi mai forse. Il che fa capire che duemila anni fa i discorsi erano più concreti di oggi, molto più diretti e non si prestavano a tanti giri di parole causa di troppi dubbi. Il diritto romano era espresso in modo chiaro e consentiva di capire dove erano i torti e dove le ragioni. Si basava sulla realtà sociale dell'epoca e non dava spazio a equivoci. Oggi invece, basta leggere una qualsiasi sentenza, l'abitudine è quella di menare il can per l'aia, benché le aie non esistano praticamente più. Il problema del latino dimenticato, o quasi, rende difficile non tanto la conversazione quanto la prosa scritta.

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Nessuno o pochi sanno cosa sia la consecutio temporum, sicché il congiuntivo che non esprime certezze è diventato facoltativo. Purtroppo l'abbandono del latino è foriero di confusione espressiva. Negli anni Cinquanta, alle scuole medie, la lingua di Cicerone era obbligatoria sin dal primo anno, e al terzo gli allievi traducevano il De bello gallico, che oggi invece viene affrontato in seconda liceo (quinta ginnasio, si diceva una volta). Questo dettaglio fa capire che la scuola si è squalificata. Cassata la riforma Gentile si è compiuto un disastro da cui non ce la facciamo più ad uscire. Inutile prendersela con i ministri dell'Istruzione e con gli insegnanti. È la struttura dell'istruzione che si è sfaldata.

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Allorché la media fu unificata negli anni Sessanta, si scoprì che mancavano professori sufficienti a coprire tutte le cattedre, per cui vennero cooptati vari studenti universitari. Che non erano preparati pedagogicamente. Fu uno sfracello le cui conseguenze anche oggi si fanno sentire. Il latinorum cessò di essere una palestra decisiva, e il risultato è evidente. Date una occhiata ai documenti emanati dai giudici e capirete. Oggi apprendiamo che volevano sottoporre a perizia psichiatrica Silvio Berlusconi. Farei piuttosto un esame di latino a chi lo vuole processare. 

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