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Alessandro Orsini, Vittorio Feltri: "Con tutti i cretini che ci sono in tv...", la fucilata del direttore

di Vittorio Feltri giovedì 14 aprile 2022

 Alessandro Orsini

2' di lettura

Da sempre, in particolare negli ultimi tempi oscuri, si discute di libertà, parola affascinante, ma abusata ed entrata pertanto nel novero della retorica più vieta. Prendiamo la tragedia della invasione dell'Ucraina, di cui i media si stanno occupando fino alla nausea. Si dice che i cittadini di quel Paese si battono per la loro libertà, ed è vero. Non vogliono avere nulla che fare con la Russia di Putin. Però non si è capito a che libertà aspirino dato che la democrazia della quale hanno goduto fino a ieri è stata abbastanza zoppicante, visto che il regime comunista per decenni ha dominato nell'intera area soggiogando le popolazioni. In realtà la libertà tout court non esiste, è una chimera. Nessuna persona umana nasce libera. I neonati hanno bisogno della mamma, poi di entrambi genitori. Chi va a scuola ascolta gli insegnanti.

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Chi si sposa spesso pende dalle labbra del coniuge. La prima libertà da conquistare è quella che affranca dal bisogno, inoltre c'è la libertà di lavoro, quella che consente di tirare avanti in proprio. E veniamo alla libertà di pensiero che non è mai stata tanto minacciata come ora poiché trionfa il pensiero unico, cioè il conformismo impastato con un carico di luoghi comuni. Attualmente corre l'obbligo di uniformarsi alle idee più banali e diffuse. A proposito della guerra in corso è obbligatorio, per essere à la page, dire che gli ucraini che affrontano a viso aperto i soldati di Mosca sono eroi perché preferiscono morire piuttosto che soccombere a Putin.

Siamo alla celebrazione dell'eroismo come valore assoluto. Il motteggio latino, primum vivere, è andato a farsi benedire, sostituito da questo: si vis pacem para bellum (cambierei le ultime due parole con para culum). Alla luce di quello che sta succedendo, affermo che è sciocco battersi alla morte contro un avversario che ti sovrasta. Anche in Italia, forse in Europa, è passato il principio che la libertà di pensiero è concessa esclusivamente a chi dice che è necessario fornire armi a Zelensky per resistere.

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A vederlo così, con la barbaccia ispida e canuta, il sigaro spento in bocca, il cappellino da baseball e la battu...

Se qualcuno invece sostiene che non è lecito rinforzare l'esercito ucraino destinato alla sconfitta, apriti cielo: viene coperto di insulti, censurato. Il professor Alessandro Orsini, che ha idee non conformi alla vulgata di moda, se in tv osa contraddire i soloni sostenitori della necessità di combattere, viene censurato. Vietato dichiarare che l'importante è limitare le stragi e quindi la diffusione di carrarmati e roba simile. Io Orsini non lo conosco, l'ho visto solamente sul piccolo schermo, non posso sostenere di condividere ogni sua dichiarazione, tuttavia le sue affabulazioni sono interessanti e le ascolto volentieri, escono da una bocca collegata bene col cervello. Non capisco perché, con tutti i cretini che ingombrano il video, l'unico da espellere sia lui. Evidentemente la libertà di pensiero se non è morta è moribonda. 

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Albino Ruberti, Senaldi: "Qui si prova la nobiltà dei magistrati"

Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori. 

Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.