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Università: primi nuovi nano materiali al mondo per preservare beni artistici (2)

di AdnKronos martedì 11 febbraio 2020

2' di lettura

(Adnkronos) - Importanti anche i risultati che si possono ottenere anche per preservare i luoghi dove si trovano custodite le opere d’arte, e per questo Sabrina Zuccalà (4ward360) e Matteo Pellegrini, (dell’impresa di restauro dell’Aquila Dipe costruzioni), hanno fondato Heritage Preservation Lab, per unire le sinergie tra restauro e tecnologia applicata alla conservazione. L’azienda aquilana, che si è già resa protagonista dall’intervento per la riqualificazione dell’impianto di condizionamento della Cappella Sistina, e in quell’occasione ebbe a cuore proprio la sicurezza e la fruizione dell’ambiente museale: al fine di non pregiudicare l’accessibilità dei visitatori durante i lavori, gli interventi sono stati realizzati operando esclusivamente all’esterno del lato sud della Cappella, grazie l’utilizzo del sistema di ponteggio multidirezionale, limitando così le interferenze all’interno della Sala. E’ impegnato per la sicurezza degli ambienti di lavoro museale anche l’ingegnere Renzo Botindari, responsabile tecnico del monitoraggio sicurezza degli spazi espositivi: Galleria d’Arte Moderna (GAM di Palermo), ZAC e Ecomuseo del Mare, che ha sottolineato "La ricerca tecnologica in continua sperimentazione ha apportato grandi innovazioni attraverso lo studio delle nanotecnologie (microtecnologia chimica) ai materiali usati sia in fase di realizzazione che in fase di protezione del patrimonio esistente e tali tecnologie possono essere applicate con successo nelle realizzazioni e le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei beni monumentali. Prendiamo ad esempio il problema della scivolosità delle superfici negli ambienti pubblici e privati che ogni anno causa di innumerevoli incidenti con conseguenze spesso gravi per l’incolumità delle persone e con ricadute importanti dal punto di vista della responsabilità civile per i soggetti o enti responsabili della sicurezza. Sono state sviluppate in tal senso applicazioni di nanotecnologie atte a conferire proprietà antiscivolo alle superfici già poste in opera e che per loro natura risultano particolarmente scivolose quando bagnate o esposte alle piogge in esterno o in ambienti umidi all’interno. Attraverso analoghi preparati è possibile oggi ottenere la conservazione delle pavimentazioni attraverso trattamenti definitivi invisibili che rendono le superfici antisdrucciolo, interagendo con la porosità, e modificando la struttura naturale della pavimentazione rendendole antiscivolo senza corrodere la base d’applicazione”.

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