Roma, 20 set. (Adnkronos Salute) - Realizzare a Taranto il monitoraggio della popolazione non soltanto per le patologie gravi o di tipo tumorale, ma anche per la salute riproduttiva. E' l'appello degli esperti riuniti al VI Meeting nazionale sui nuovi orientamenti in andrologia e riproduzione assistita, "Ambiente, Comunicazione e Salute riproduttiva", in programma all'Hotel Mercure Delfino nella citta' pugliese fino a domani. Nel corso dell'incontro e' stata presentata una prima valutazione sulla fertilita' maschile rispetto all'esposizione annuale diretta a livelli di diossine. E i primi risultati hanno suggerito un aumento percentuale di stress ossidativo e frammentazione del Dna in campioni di liquido seminale di persone provenienti dalla citta'. Un campanello d'allarme che, secondo gli studiosi, deve incitare ad approfondire il tema della correlazioni tra agenti inquinanti ambientali e le patologie dell'apparato riproduttore. "Esistono - Luigi Chiappetta, ginecologo, andrologo e direttore sanitario del centro di procreazione medicalmente assistita, sterilita' di coppia (Crea) di Taranto - chiare evidenze di rischi per la riproduzione causati dalle concentrazioni di diossina, che puo' causare riduzione della fertilita'. L'opinione generale e' che la qualita' dei gameti, ovuli e spermatozoi stia decadendo nel tempo in aree geografiche diverse e che inquinanti organici persistenti potrebbero avere un ruolo in questo. Ma il nesso diretto a Taranto non si e' ancora riuscito a dimostrare". Grazie ad uno studio sugli effetti della diossina sull'ovaio, realizzato da Raffaella De Palo (fisiopatologa della riproduzione umana dell'Universita' di Bari), "sappiamo che le coppie infertili sono il 20-25% e la maggior parte proviene da una fascia di territorio compresa tra Taranto e Brindisi. Abbiamo la sensazione - aggiunge Chiappetta - che la percentuale di uomini che ha problemi di sterilita' sia in aumento, ma occorre capire con uno specifico studio scientifico se questo dato emerge perche' sempre piu' uomini si sottopongono a visite specialistiche o perche' sono peggiorate le condizioni ambientali in cui vivono e lavorano".