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Sardegna: per tosatura pecore sull'isola arrivano neozelandesi e australiani (2)

domenica 3 giugno 2012

1' di lettura

(Adnkronos) - Prima invece, il pastore, che con le forbici tradizionali impiegava una decina di minuti a capo, da solo non poteva provvedere alla tosatura dell'intero gregge, e aveva la necessita' di farsi aiutare dai vicini, dai parenti e dagli amici. E naturalmente doveva restituire il favore, ovvero aiutare chi lo aveva aiutato. Il periodo della tosatura era momento di grandi feste collettive negli ovili: si lavorava, si mangiava - carne di pecora bollita o arrosto - e si beveva il vino rosso, perche' per tosare un gregge di 300 capi ci voleva tutto il giorno, con 7-8 uomini che lavoravano sodo. Ma bisognava anche provvedere alle incombenze quotidiane, come la mungitura e il formaggio. Non era solo festa, ma anche grande fatica, e per di piu' sotto il sole cocente della Sardegna. La pecora doveva essere catturata, legata alle zampe, tenuta da un aiutante, che generalmente era un ragazzo che doveva imparare l'arte, e il tosatore, armato di forbici, attento a non tagliare la pelle dell'animale, incominciava dalla parte posteriore e finiva, dopo cinque o sei minuti l'opera. (segue)

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