Una luce vivida e dorata illumina dal basso tutta la scena, Maria e il Bambino appena partorito, Giuseppe, i pastori –trascinati in quella stalla dalla luce di una stella - i santi Francesco e Lorenzo in vesti da mendicanti: Caravaggio offre una visione della notte santa di una bellezza commovente, senza drammi e violenza, soffusa di verità e compassione. Un quadro che però è passato alla storia soprattutto per essere tra i più ricercati, dopo la sua eclatante scomparsa. La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, olio su tela conservato nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, viene asportato e fatto sparire nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Sparito in senso letterale perché da allora non se ne è avuta più alcuna notizia. Stimata intorno ai 20 milioni di dollari, l’opera è inserita nella lista dell’Fbi dei dieci capolavori rubati più importanti al mondo. E continua ad essere inseguita come un fantasma irresistibile da registi, scrittori, giornalisti, oltre che, ovviamente, agenti, mercanti d’arte, storici, studiosi.
Per un Natale che scompare, qualcuno ritorna. Il quadro rubato a Belluno nel 1973, la Madonna con Bambino di Antonio Solario (detto lo Zingaro), è un’opera cinquecentesca trafugata dai Musei Civici e rientrata in città solo nel luglio di quest’anno, dopo una lunga vicenda legale che ha coinvolto il Regno Unito. Altra storia di un furto d’arte a lieto fine, si spera a lungo. Una pregiata pagina miniata del ’400, in cui la Vergine stringe a sé il figlio appena dato alla luce, rubata dalla basilica di Santa Maria in Aracoeli a Roma negli anni ’80, è stata recuperata e restituita quest’autunno dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, dopo essere stata rintracciata attraverso le fittissime trame del mercato antiquario internazionale e già messa in vendita.
Ha vissuto molte vicissitudini, danni, parziali mutilazioni, la Natività di Lorenzo Lotto, che ormai “riposa” tranquilla nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Dal 1521, quando il maestro lo ha terminato di dipingere, diverse volte è stato sottratto, ha fatto parte di bottini di guerra e saccheggi. Solo per citare un episodio, nel 1630, ha dovuto subire le violenze e finire a far parte del bottino d’arte a seguito del sacco di Mantova...
Il Natale ritrovato è forse anche quello da assaporare nei conventi, monasteri, abbazie. Luoghi da scoprire o riscoprire, in cui vivere il senso di una festa sempre più soffocata da strati di inutili luccichii, da oggetti costosi e superflui, da discorsi traboccanti di sentimentalismo zuccheroso. E si fa strada la nostalgia di silenzio, di accoglienza, di bellezza, di preghiera, di mistero. Così, di anno in anno, aumentano i visitatori e i pellegrini che bussano alle loro porte, soprattutto in questo periodo festivo, magari dopo aver letto pagine che dischiudono alla visione dei loro tesori.
È l’esperienza che, dalla solitudine monastica allo spazio interiore quotidiano, si dipana tra le pagine di un libro appena rieditato dalla Libreria Vaticana Editrice, con la prefazione scritta da papa Leone XIV. Opera che il Pontefice ha indicato come «esemplare» per la sua vita spirituale per molti anni: La pratica della presenza di Dio, scritto da fra Lorenzo della Risurrezione, al secolo Nicolas Herman, un religioso carmelitano francese vissuto nel Seicento, che dopo anni vissuti come soldato, diventa frate, lavorando soprattutto come cuoco per la sua comunità. Il suo libro postumo, appunto La pratica della presenza di Dio è diventato un classico della spiritualità cristiana, nel quale la vita umana trascorre sotto lo sguardo del Signore. Sia che si preghi, che si lavi il pavimento, si cucini...
A proposito di cucine, proprio di conventi e monasteri, si moltiplicano i libri che rivelano le infinite attrattive delle pietanze monastiche. Dal seguitissimo programma La cucina delle Monache, in un volume, vero bestseller, sono state raccolte tante ricette, autentici gioielli culinari, del monastero benedettino di Sant’Anna di Bastia Umbra, splendido borgo medievale a pochi chilometri da Assisi. Custodite in uno scrigno nell’antica biblioteca del monastero, le ricette sono state tramandate da generazioni di monache. Nelle abbazie si può assurgere alle vastità celesti anche in senso astronomico. Nell’abbazia di Praglia, a pochi chilometri da Padova, famosa, tra l’altro per la biblioteca, i vini, il cioccolato e i biscotti, è sorto un centro di studio per l'astronomia, con un moderno osservatorio nella storica specola e un potente telescopio. Si ospitano eventi e incontri di divulgazione scientifica, come quello organizzato in questo dicembre, per poter vivere l’esperienza di osservazione del cielo. Dalle notti sante dipinte dai grandi maestri, a volte rubate, restituite, mutilate o fatte sparire nel nulla, alla pace dei chiostri dentro il caos quotidiano, ai misteri del cielo: un viaggio alla ricerca del Natale più vero.