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Alitalia, British la porta in tribunaleper i 75 milioni ricevuti dalle Poste

Per la compagnia inglese si tratta di "palesi aiuti di Stato" vietati dalle leggi europee sulla concorrenza. Piano industriale pronto in tre settimane: 1000 esuberi
di Matteo Legnani domenica 27 ottobre 2013

2' di lettura

Il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, sarà giovedì in commissione Trasporti alla Camera per relazionare sul caso Alitalia. Gli occhi sono puntati su Air France, che non ha ancora deciso se partecipare all'aumento di capitale. "Mi auguro che Air France sottoscriva l'aumento di capitale. Se no, vorra' dire che scendera' sotto l'11% e la ricerca del partner internazionale sara' aperta ad altri" ha detto Lupi oggi a margine di un convegno. Ma intanto scoppia un'altra grana, a proposito dell'intervento da 75 milioni di euro di Poste Italiane nella compagnia aerea. La rivale British Airways, che già si era appellata all'Unione europea convinta che i soldi di Poste siano aiuti di Stato, ha annunciato oggi che porterà Alitalia in tribunale proprio per quella vicenda: International Airlines Group (Iag), cui fanno capo le compagnie aeree Iberia e British Airways, sta valutando di ricorrere alle vie legali sul caso Alitalia per opporsi all'intervento del governo italiano per salvare la società, in quanto considerato un "palese aiuto di Stato". Lo ha annunciato il ceo del gruppo, Willie Walsh, a Londra. Il quotidiano romano Il Messaggero ha anticipato che il nuovo piano industriale di Alitalia sarà pronto in tre settimane: il progetto sara' coordinato dall'a.d. della compagnia, Gabriele Del Torchio, e sara' aperto ai robusti contributi di Poste e dei soci di maggior peso, come i Benetton. Secondo fonti del quotidiano, tutto sara' finito prima della scadenza per l'aumento di capitale, ''a prescindere dalle decisioni di Air France''. Rispetto ai circa 4.000 esuberi messi in conto dalla compagnia francese nel suo piano di integrazione, le cifre su cui si sta ragionando sono nettamente inferiori: gli esuberi sarebbero circa 1.000, mentre ad alto rischio ci sarebbero circa 2 mila contratti a termine.

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