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Case sulla tassa: i separati non pagano

di Lucia Esposito domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

Buone notizie per i separati: anche loro non devono pagare la Tasi. Il testo definitivo della manovra conferma le anticipazioni delle settimane precedenti.  Via la Tasi sulle abitazioni principale degli inquilini e dei comodatari che quindi non dovranno più versare la quota a loro carico. La norma vale anche quando la casa è assegnata al coniuge dopo la separazione legale. L'abitazione principale viene considerata quella in cui si ha residenza e dimora abituale. Case in affitto - Per quanto riguarda la casa in affitto, la cancellazione della quota inquilini non si scarica sul proprietario delle case in affitto che continuerà a pagare solo la sua parte di tributo. Per le case di lusso, quelle accatastate nelle categorie A\1 e A\9, cioè ville e castelli, si continuerà a pagare l'Imu ma con l'aliquota fissa del quattro per mille e la detrazione standard di duecento euro.   Il condono - Come spiega Franco Bechis su Libero in edicola oggi, sabato 24 ottobre, tra le pieghe della manovra spunta anche una specie di condono immobiliare. Nella sua manovra Monti aveva, ricorda Bechis, "preso di  mira soprattutto gli immobili che erano stati intestati a società di comodo o comunque non operativi e che invece venivano utilizzati dai soci o dai loro parenti".  Renzi propone una via d'uscita offrendo la possibilità di assegnare ai soci quegli immobili "a condizioni iscali meno onerose di quelle ordinariamente previste". "L' assegnazione - spiega Bechis -  avverrebbe con una imposta sostitutiva dell' 8% che sale al 10,5% per le società considerate non operative, applicata a un valore di base del bene determinato dalla stessa società ai sensi dell' articolo 9 del tuir.   Il blocco delle tasse - Dal 2016 inoltre, sono vietati gli aumenti per i tributi locali (addizionali Irpef regionali e comunali, Irap, Imu). Per i Comuni sono possibili sono gli incrementi di aliquota previsti dai piani di rientro nelle procedure anti-dissesto. 

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