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Pensioni, assegni sempre più leggeri: quanto perdiamo ogni mese

di Lucia Esposito domenica 8 febbraio 2015

2' di lettura

Un'altra mazzata sulle pensioni. Sia quelle che stanno per essere pagate che quelle future. In pratica, per ogni mille euro bisognerà restituirne uno al mese all'Inps e questo tutta colpa della deflazione. Gli assegni Inps in pagamento, a gennaio 2016 dovranno restituire all'Inps la differenza tra il tasso di inflazione adottato provvisoriamente, (più 0,3%) e quello definitivo relativo al 2014  (+ 0,2%). Un pensionato con 1500 euro netti mensili a gennaio ha ricevuto un aumento di 7 euro, ma di questi uno dovrà essere restituito all'inizio del prossimo anno.  Il decreto ministeriale del 20 novembre 2014 ha stabilisce i tassi definitivi in danno dei cittadini. La perequazione decisa  dal ministero dell'Economia e delle Finanze stabilisce nel 1,1% la percentuale con la quale si fa la perequazione applicata automaticamente a tutte le pensioni pagate dall'Inps. In pratica si tolgono altri soldi ai pensionati. I giovani - Come scrive Il Corriere.it la crisi rende più magre le pensioni in quanto la scarsa crescita del Pil si ripercuote sulla rivalutazione dei contributi versati all'Inps che saranno utile a calcolare le pensioni. Il problema non interessa solo chi già percepisce un assegno mensile ma anche i giovani, che rientrano nel criterio di calcolo contributivo. I parametri per calcolare la pensione sono sostanzialmente tre: la retribuzione, l’aliquota di computo e il coefficiente di trasformazione del montante contributivo "In pratica, con il versamento dei contributi il lavoratore accantona il 33% (aliquota di computo dei dipendenti) della retribuzione. Ciò avviene mese per mese, anno per anno, andando a formare il cosiddetto montante contributivo. Montante che è soggetto a rivalutazione annuale sulla base della dinamica quinquennale del Pil (il prodotto interno lordo)". Il problema è proprio nel Pjil, che indica la crescita di un Paese. Siccome la capacita di crescita dell'Italia è bassa, la conseguenza è che una scarsa rivalutazione dei contrubiti accumulati all'Inps. 

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