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In bilico il decretosu Imu e BankitaliaLetta rischia il posto

Il provvedimento scade a mezzanotte: senza la conversione in legge, potremmo pagare la seconda rata della tassa sulla casa. C’è già il precedente della figuraccia sul "salva-Roma"
di Ignazio Stagno venerdì 31 gennaio 2014

Da sinistra, Saccomanni, Letta e Giovannini

3' di lettura

Avanti a oltranza. Fino all’ultimo minuto disponibile. La conversione in legge del decreto «Imu-Bankitalia», al cui interno è contenuta l’abolizione della seconda rata della tassa sulla casa, è sul filo del rasoio. Il provvedimento, sul quale Camera e Senato hanno già votato la fiducia, scade allo scoccare della mezzanotte di oggi. Senza la conversione in legge, lancia l’allarme Dario Franceschini, ministro dei Rapporti con il Parlamento, le famiglie italiane rischiano di dover «pagare la seconda rata Imu 2013» . E la responsabilità, attacca Palazzo Chigi, sarebbe del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, impegnato in un duro ostruzionismo contro il decreto. Per questo la presidente della Camera, Laura Boldrini, è pronta a far scattare in qualsiasi momento la «tagliola» sui lavori parlamentari per arrivare direttamente al voto. Una soluzione caldeggiata anche da Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. Oggi sarà la giornata decisiva. Se l’atteggiamento dei grillini non cambierà, Boldrini, seppur riluttante, troncherà la discussione per evitare la decadenza del provvedimento.  Una simile eventualità, ha affermato, produrrebbe infatti una lacerazione «nel rapporto tra istituzioni e cittadini». «Ho fatto di tutto per non mettere la tagliola», afferma il presidente della Camera, «e nelle prossime ore continuerò ad adoperarmi perché ciò non accada. Ma al contempo non possiamo permettere che il decreto decada». È stata la seconda conferenza dei capigruppo della giornata, ieri sera, a mettere a punto la strategia anti-ostruzionismo. Niente «tagliola», almeno in prima battuta. L’esame da parte dell’Aula, dopo essere andato avanti fino alla tarda serata di ieri, proseguirà a tamburo battente nelle sedute di oggi: mattina, pomeriggio e sera. Un tour de force che dovrebbe permettere, assicurano nella maggioranza, la conversione del decreto in tempo utile. Solo nel caso in cui il muro contro muro grillino proseguisse, la presidenza di Montecitorio prenderebbe in considerazione, in extremis, l’adozione della «ghigliottina», una misura che Boldrini ha dimostrato una volta di più di non voler utilizzare. Ieri, infatti, dopo aver minacciato di ricorrervi di fronte all’ostruzionismo del M5S, arrivato ieri a insultare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con l’epiteto di «boia», la numero uno della Camera ha fatto marcia indietro. Spiegando di non voler utilizzare uno strumento destinato a strozzare il dibattito, una «conclusione traumatica» che penalizza le «opposizioni», tra le quali c’è il suo partito: Sel. D’altro canto, il decreto va convertito in legge. Da qui il compromesso raggiunto in conferenza dei capigruppo: discussione a oltranza, appello di Boldrini al «senso di responsabilità» dei gruppi e «tagliola» al bisogno. In caso di necessità, anche il governo è pronto a muoversi: il premier, Enrico Letta, è determinato a convocare un consiglio dei ministri lampo per riapprovare il decreto anti-Imu. Tutto pur di evitare una seconda figuraccia dopo il caso del decreto «salva Roma», sul quale l’esecutivo ottenne la fiducia salvo essere costretto a ritirarlo, per poi ripresentarlo, dopo i rilievi del presidente della Repubblica. Un nuovo autogol, sotto forma di mancata conversione del provvedimento su Imu e Bankitalia, sarebbe infatti devastante per la stabilità di un esecutivo già traballante a causa delle tensioni tra lo stesso Letta e Matteo Renzi.  La maggioranza è determinata a concludere con successo, anche con una nuova seduta notturna, la corsa contro il tempo. «È irrinunciabile portare questo decreto a conversione e non fare pagare agli italiani l’atteggiamento dei Cinque Stelle», attacca Roberto Speranza, capogruppo del Pd, che accusa Grillo di voler «far pagare la seconda rata dell’Imu». Il Pd teme che i grillini, con la scusa dell’ostilità alle nuove norme su Bankitalia, giochino «al tanto peggio, tanto meglio» per poi scaricare sulla maggioranza l’eventuale ritorno dalla finestra della tassa sulla casa. Senza la conversione del decreto, conferma Andrea Romano, capogruppo di Scelta civica a Montecitorio, «ci sarebbero gravi conseguenze per gli italiani». Per evitare brutte sorprese con il Quirinale, la maggioranza ha deciso di non provare a percorrere la strada dello sdoppiamento del decreto: da una parte quello sull’Imu, dall’altra quello su Bankitalia. Troppo alto il rischio di aprire un contenzioso, visto che la fiducia era stata incassata sull’intero provvedimento. Tommaso Montesano    

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