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Manovra, interviene Meloni: ci saranno anche i fondi per le imprese

di Michele Zaccardi sabato 20 dicembre 2025

4' di lettura

Un vertice serale a Palazzo Chigi per mettere apunto le misure a favore delle imprese. Necessario, anche per compattare la maggioranza dopo le tensioni degli ultimi giorni sul nodo pensioni. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani hanno deciso di procedere con un altro maxi-emendamento per recuperare le misure rimaste fuori dall’emendamento depositato dal governo al pomeriggio e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.

Dopo le tensioni nella maggioranza sul nodo pensioni, la prima versione del testo era stata infatti stralciata. Ma fuori dal nuovo emendamento erano rimasti fuori le pensioni, ma soprattutto la Zes (gli sgravi fiscali perle imprese nel Mezzogiorno), le norme sulla transizione dell’industria e i Tfr dei nuovi assunti. Il testo approvato interviene soltanto sulla rimodulazione del Pnrr, l’iperammortamento triennale e l’anticipo al 2028 della ritenuta d’acconto per le imprese.

Ma la decisione presa in serata ha sconfessato l’ipotesi emersa nel corso della giornata di procedere con un decreto ad hoc con cui recuperare le misure per le imprese.
Ed ecco che l’emendamento è stato depositato ieri in tarda serata. Fatto che ha determinato un rinvio dei lavori parlamentari, con la Commissione Bilancio che si è riaggiornata per stamattina alle dieci, quando dovrà dare l’ok definitivo al testo. Ma a slittare è tutto il calendario della manovra. Perché non è affatto un’ipotesi peregrina uno slittamento dell’approdo della manovra in Aula al Senato.

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COPERTURE

«Si è deciso che è più opportuno, più corretto, anziché fare un nuovo decreto, inserire nuove coperture su un testo che peraltro la commissione ha già visto» ha spiegato in serata Ciriani. «Non si tratta di aggiungere argomenti nuovi, ma di correggere le coperture di un testo che la commissione ha già visto e ha già subemendato, quindi non si tratta neanche di forzature» ha aggiunto.

Secondo il ministro l’emendamento «sarà depurato delle misure sulle pensioni per quanto riguarda le coperture. Ci saranno le misure per le imprese, che sono temi che già sono stati visti in commissione». Le nuove coperture dovrebbero arrivare «da piani Inps e alcuni investimenti» ha spiegato il ministro. A Palazzo Chigi, aggiunge «abbiamo ragionato e condiviso che fosse meglio chiudere tutto nella legge di Bilancio».

Per quanto riguarda le misure del Tfr, a chi gli chiede se vi sia l’ipotesi che tornino il ministro sottolinea come non ci sia una parola definitiva e risponde: «Stanno scrivendo ora, vedremo». In serata, la Lega ha espresso soddisfazione per la mediazione sulla manovra che ha portato all’emendamento in cui non c'è più la stretta sulle pensioni, Ma sull’attacco da parte della sinistra, che tramite la segretaria dem Elly Schlein ha detto che «la maggioranza si è rotta» e che Giorgetti «è di fatto sfiduciato», è intervenuto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giovanbattista Fazzolari. «Gli attacchi di Pd, M5S e opposizioni varie al ministro Giorgetti sono veramente ridicoli» ha detto. «Partiti che hanno compromesso i conti dello Stato e gestito i soldi degli italiani con grottesca incapacità, oggi hanno la faccia tosta di attaccare l’attuale ministro dell’Economia perla gestione della legge di bilancio. Se non avessimo ereditato i loro disastri e non avessimo 40 miliardi di Superbonus da pagare nel solo 2026, avremmo coperture a sufficienza per finanziare qualsiasi provvedimento ci venisse in mente» ha aggiunto Fazzolari.

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RISORSE

Nell’emendamento potrebbero esserci ulteriori risorse per il Piano casa, considerando che in manovra sono stati stanziati solo 10 milioni per il 2026. Per certi versi la Legge di bilancio ha avuto un percorso piuttosto tormentato, con misure che sembravano pronte a entrare nel testo e poi sono state rielaborate, rinviate o cancellate. Oltre alla stretta sulle pensioni, dalla manovra sono saltate anche le norme sul Tfr per i nuovi assunti. La misura prevedeva l’adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione. Non è stata, poi, introdotta la nuova tassa diretta sulla vendita dell’oro. Le ipotesi di tassazione al 12,5% sui lingotti e monete da investimento sono state discusse, ma non sono entrate nel testo finale.

Scomparse anche le nuove risorse per 1,3 miliardi per finanziare il credito d'imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Via libera, invece, alla rottamazione quinquies come previsto dalla manovra, ma senza l'ampliamento chiesto dalla Lega. Che però incassa l'ok a una modifica dei tassi di interesse sulle rate: dal 4% scendono al 3%. Da gennaio scatta poi una nuova imposta: sarà di 2 euro e colpirà i piccoli pacchi extra Ue di valore fino a 150 euro. Da vedere come raccordare questa norma con quella europea. Sugli affitti brevi, invece, viene ripristinata la legge attuale che prevede il 21% per la prima casa affittata e poi il 26% dalla seconda. L’attività di impresa scatta però dal terzo immobile affittato.

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