Roma, 2 gen. - (Adnkronos) - "Mancano solo 5 giorni alla scadenza dell'ultimatum imposto dalla Mondadori Printing allo storico stabilimento di Pomezia. Ai lavoratori che gia' hanno visto ridursi l'organico da 130 a 39 addetti negli ultimi 10 anni in realta' non e' stata offerta alcuna possibilita' di scelta: gli e' stato chiesto di ridursi il salario del 25% come condizione per restare aperti, ma l'azienda da un lato ha dimostrato di non adoperarsi a cogliere le occasioni per valorizzare l'impianto di Pomezia, dall'altro ha lasciato intendere che vuol tagliare i salari in uno stabilimento per poi colpire uno ad uno tutti gli altri siti del gruppo presenti nelle province di Verona, Vicenza, Bergamo, Trento." E' quanto dichiarano in una nota Alberto Manzini, Segretario Generale Slc-Cgil Roma e Lazio e Massimo Luciani, dell' Area Industria Slc-Cgil Roma e Lazio. "Mondadori Printing - continuano Manzini e Luciani - e' un ramo d'azienda esternalizzato dal Gruppo Mondadori e acquisito dal Gruppo Pozzoni, il terzo polo della stampa in Europa, tra il 2008 e il 2011. Operazione che prevedeva un contratto di stampa che lega fino a tutto il 2016 Arnoldo Mondadori Editore a Pozzoni e che e' stata accompagnata da un Piano industriale in cui Pomezia risultava essere un asset imprescindibile della stampa di riviste periodiche e cataloghi commerciali." " Il 7 gennaio- dichiarano Manzini e Luciani - a Verona l'azienda dovra' chiarire se quel Piano industriale esiste ancora o se ha preso piede un Piano industriale ombra nel quale Pomezia e' stata cancellata, e che e' stato tenuto segreto. Le rappresentanze sindacali del nostro territorio il 7 gennaio saranno presenti in modo fermo e visibile per affermare che lo stabilimento di Pomezia ha diritto ad esistere". (segue)