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Fiat: dal licenziamento al pieno reintegro, il caso Melfi/Scheda

mercoledì 31 luglio 2013

1' di lettura

Potenza, 31 lug. (Adnkronos) - Con la sentenza di oggi, la Corte di Cassazione ha chiuso la vicenda giudiziaria dei tre operai licenziati e successivamente reintegrati (ma mai riammessi sulle linee della fabbrica) alla Fiat di Melfi. Giovanni Barozzino (oggi senatore di Sinistra Ecologia e Liberta') e Antonio Lamorte, rappresentanti sindacali della Fiom Cgil, e Marco Pignatelli, iscritto Fiom, vennero licenziati nell'estate del 2010, pochi giorni dopo uno sciopero spontaneo in fabbrica avvenuto durante il turno di notte tra il 6 ed il 7 luglio di tre anni fa. Inquadrando nel contesto di quel periodo, erano giorni tesi nelle relazioni tra la Fiom e l'azienda: meno di un mese prima, il 15 giugno, era stato firmato l'accordo per Pomigliano, non siglata dall'organizzazione di Landini. Per quello sciopero a Melfi, i tre operai furono incolpati di aver bloccato un carrello automatizzato per il trasporto della componentistica alle linee di produzione. Tale accusa e' stata respinta dai tre operai. Quel carrello - hanno sempre sostenuto i tre lavoratori di Melfi - ebbe un guasto e non fu manomesso. Protestarono anche salendo su un palazzo monumentale di Melfi sotto il sole. E' seguito un braccio di ferro nelle aule della giustizia molto intenso ed il corso della giustizia, alla fine, ha dato ragione definitivamente. (segue)

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