(Adnkronos) - I titoli minerari vigenti sono in tutto 21 anche se molti di essi risalgono agli anni '90, qualcuno anche prima. I principali sono le concessioni "Val d'Agri" dell'Eni, in esercizio dal 1999 (24 i pozzi di coltivazione) e "Gorgoglione-Tempa Rossa" della Shell, che andra' in esercizio all'inizio del 2016. Con questi due titoli sono autorizzati 154.000 barili di greggio al giorno (104mila in Val d'Agri, gli altri nella Valle del Sauro). Firmando il memorandum con il Governo, in base al quale la Regione chiede maggiori ricadute per infrastrutture ed occupazione, la Basilicata si e' resa disponibile a portare l'asticella a 179.000 barili al giorno, aggiungendone 25mila all'Eni che adottera' nuove tecnologie, tali da richiedere l'uso di un numero minore di pozzi. Complessivamente la superficie di territorio interessata dai titoli minerari in vigore riguarda 2100 chilometri quadrati. Con le 15 ulteriori istanze depositate alla Regione il totale salirebbe a 4500 kmq, quasi la meta' dell'intera superficie regionale che e' di 9.992 kmq. Se si considera che per il 30% la superficie lucana e' interessata da aree protette, si comprende quanto sia elevato il consumo di territorio. Per questo la discussione continua ad animare la societa' civile. La novita' riguarda la politica, in quanto stanno emergendo le divisioni e le diverse scuole di pensiero. La situazione piu' evidente e' proprio quella del Pd dove le contraddizioni vengono fuori ancora piu' nette ora che la legislatura si avvia al termine dopo le dimissioni di De Filippo e in vista delle elezioni anticipate di novembre.