(Adnkronos) - In particolare dopo la gelata del 1985, che distrusse quasi completamente il patrimonio olivicolo regionale, vi e' stato un recupero pressoche' totale degli oliveti preesistenti, con cambiamenti anche nella struttura, i sistemi di allevamento e i rinfittimenti, ma senza un vero e proprio rinnovamento degli impianti. La densita' per ettaro risulta inferiore a quella ottimale e le piante hanno un'eta' mediamente assai elevata, in molti casi addirittura secolare. Olivicoltura: in gran parte marginale e tradizionale. Solo il 10% intensiva L'olivicoltura Toscana puo' essere suddivisa in tre tipologie: A) olivicoltura marginale (collina con pendenza superiore al 25%); B) olivicoltura tradizionale (collina tra il 10e il 25% di pendenza); C) olivicoltura intensiva Circa il 30% degli olivi toscani rientra nell'olivicoltura marginale, il 60% in quella tradizionale, in quella intensiva solo il 10%. (segue)