Sospetti

Biden e la guerra di Putin? "Titolo a +16% in un solo mese". Chi guadagna sui morti: una sporca storia di soldi?

La guerra porta morti innocenti e dolore, ma anche molti soldi per alcuni settori strategici. E con quei soldi, galoppano anche i complottismi. Come quello, velato ma non troppo, di Alessandro Di Battista, punto di riferimento per tutti i grillini "non mainstream" e non allineati. 

 

 



"Nei 10 anni di guerra sovietico-afghana morirono tra gli 800mila e 1,5 milioni di civili mentre i profughi furono quasi 5 milioni, quanto gli abitanti di Kiev, Charkiv e Odessa messi assieme", ricorda l'ex deputato del Movimento 5 Stelle in un editoriale pubblicato sul nuovo numero del settimanale The Post Internazionale - Tpi. Mollato il Centro America e l'Africa, Dibba ora si concentra sull'invasione russa e domanda ai lettori: "Un 'Afghanistan' in Ucraina a chi conviene? Non agli ucraini e neppure agli europei. I profughi scappano in Polonia, in Romania, in Austria, in Germania, in Italia. Non a Londra che tra l'altro non concede visti e neppure a New York".

 

 

 


Sempre più calato nella parte post politica di reporter-commentatore, Di Battista ricorda: "Intanto le azioni della Lockheed Martin, primo contraente militare per Washington, sono aumentate del 16 per cento nell'ultimo mese per la gioia di State Street Corporation, Vanguard Group e Blackrock, i fondi di investimento americani primi investitori nell'azienda". "Julian Assange, parlando della guerra Nato-Talebani disse: 'L'obiettivo non è quello di controllare completamente l'Afghanistan. L'obiettivo è utilizzare l'Afghanistan per riciclare il denaro delle tasse degli americani e delle tasse degli europei e farlo tornare nelle mani delle élite della sicurezza transnazionali. L'obiettivo è una guerra infinita, non una guerra di successo'. Perché le guerre più che vinte vanno combattute a lungo. Ancor di più se si combattono lontano", conclude l'ex pentastellato, secondo cui dietro la guerra in Ucraina non ci sarebbe solo "la follia" di Putin, ma anche i vantaggiosi ritorni economici per Washington e le sue lobby.