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Euro-dollaro, ancora parità. Timori sui mercati: le conseguenze per i nostri risparmi

mercoledì 13 luglio 2022

2' di lettura

Anche oggi, mercoledì 13 luglio, l'euro arriva vicino alla parità con il dollaro. Intorno alle 14.30 la moneta unica europea veniva scambiata a 1,0004 dollari. Parità di fatto, che ieri era stata toccata per la prima volta dal 2002. Pessime notizie, insomma, per un euro mai così debole. In questo contesto arriva anche il dato relativo a giugno sull'inflazione negli Stati Uniti, volata del 9,1%, dato molto al di sopra delle aspettative degli analisti che stimavano un rialzo dell 8,8% annuo.

Ma cosa cambia, per noi? Al di là dei costi molto più sostenuti per chi viaggia o si divide tra Italia e Stati Uniti, l'euro così debole è un enorme svantaggio per l'acquisto di materie prime e le importazione di prodotti energetici, che si pagano in dollari. Due conseguenze che già stiamo toccando con mano.

Nel caso dell'Italia, importiamo inoltre dagli States molte merci quali materie prime, prodotti agricoli e chimici, macchinari, apparecchiature per la produzione e prodotti di elettronica come i computer. Il prezzo di tutti questi beni, dunque, sta letteralmente schizzando alle stelle, con gravi conseguenze per i consumatori. Al contrario, la crisi dell'euro si rivela conveniente per il mercato a stelle e strisce e per tutti i Paesi che dipendono dal dollaro.

Ma ci sono anche fattori positivi, in particolare per quel che riguarda l'export. Un euro debole, infatti, incentiva gli acquisti di beni e prodotti in Italia da parte di paesi che usano o si agganciano al dollaro per gli scambi commerciali. Va detto però che l'inflazione, che sta volando anche nell'eurozona, rischia di vanificare il vantaggio anche per chi ne può disporre. 

Dietro la parità tra le divise, anche le mosse della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, che ha già alzato i tassi diretti fino all’1,75%, facendo crescere anche il rendimento del dollaro. Per questa ragione, gli investitori al momento preferiscono il dollaro all’euro, soffiando sul fuoco del deprezzamento della moneta unica europea. Sempre la Fed ha già annunciato la volontà di alzare ulteriormente i tassi entro la fine di luglio, mentre in Europa regna l'incertezza, con una Bce chiamata a ridefinire le politiche monetarie per cercare di risollvera mercati ed economia globale. Ma il tempo stringe...
 

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