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Diesel e benzina, "allineamento necessario". Accise, "rischio infrazione Ue"

lunedì 14 ottobre 2024

3' di lettura

La questione dell'allineamento tra accise sulla benzina e quelle sul diesel rientra anche nel discorso sui "sussidi ambientalmente dannosi (Sad), fa parte del lungo elenco dei Sad, e quindi necessita di pareggiare altrimenti siamo in infrazione con l'Ue. Su questo vedremo di riuscire a trovare una soluzione perché comunque costa al bilancio dello Stato; vale qualche miliardo". L'annuncio è del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24.

Conferme dal governo, dunque, sulle novità in arrivo nel settore carburanti. E negli stessi minuti in cui ha parlato il ministro, arrivano i dati del Centro di formazione e ricerca sui consumi: in Italia il settore dei trasporti concentra il 34,4% dei consumi energetici complessivi del Paese, con i prodotti petroliferi che forniscono il contributo di gran lunga più importante ai consumi dell'intero settore, pari al 91% del totale. Solo le famiglie hanno speso lo scorso anno in carburanti 47,5 miliardi di euro (con un incremento dei consumi del +9,3% nel triennio 2021-2023) di cui il 52,6% per gasolio, il 41,4% per benzina, il 4,2% per Gpl, l'1,2% per gas naturale e il rimanente 0,6% per elettricità, in aumento del +9,3% nel triennio 2021-2023.

Ogni famiglia italiana ha così speso in media 1.843 euro per l'acquisto dei carburanti, consumando in media 1.000 litri all'anno per spostarsi con i propri mezzi di trasporto - aggiunge il Crc -. Su benzina e gasolio, tuttavia, continua a pesare come un macigno la tassazione: sul prezzo medio al consumo del 2023 accise e Iva hanno influito in totale per il 57% sul prezzo della benzina e per il 52,5% sui listini del gasolio, piazzando l'Italia ai vertici in Europa per il caro-tasse sui carburanti e generando per le casse dello Stato entrate per complessivi 38,1 miliardi di euro. Nello specifico nel 2023 la componente fiscale della benzina è stata pari a 1,065 euro/litro, al di sopra della media europea pari a 0,911 euro/litro: peggio dell'Italia hanno fatto solo Finlandia (1,096 euro/litro) e Grecia (con 1,083 euro/litro). Sul gasolio, invece, l'Italia si piazza ai vertici in Europa per il caro-tasse: la componente fiscale si è attestata infatti a 0,939 euro/litro, seguita da Francia (0,909 euro a litro) e Finlandia (0,883 euro/litro) contro la media Ue di 0,774 euro/litro.

"E' evidente come qualsiasi ritocco delle accise, indipendentemente se riferite a benzina o gasolio, provocherebbe uno tsunami economico con effetti a cascata su milioni di soggetti - afferma il presidente del comitato scientifico del Crc, Furio Truzzi -. Di fronte alle richieste dell'Ue e all'inevitabilità della modifica delle accise, anche per questioni legate all'ambiente, il governo deve giocare la carta dell'Iva, riducendo l'aliquota che, come noto, si applica non solo al prezzo industriale del carburante ma anche alla stessa accisa, in modo da evitare sia i rialzi dei listini alla pompa, sia rincari a cascata sul comparto dei trasporti e dei prezzi al dettaglio, e limitare gli effetti della doppia tassazione. Va inoltre incentivato il trasporto su rotaia sia nella mobilità dei cittadini che delle merci, considerato che oggi l'88% dei prodotti in vendita viaggia su gomma".

Nel macro-settore dei trasporti il gasolio rappresenta in Italia il 59% del totale dei consumi, seguito da benzina (23%), Gpl (5%) e cherosene per aviazione nazionale (3,5%). Le vendite di carburanti per autotrazione (benzina e gasolio) sono risultate pari lo scorso anno a 31,5 milioni di tonnellate (circa 8,2 milioni di tonnellate la benzina, 23,3 milioni il gasolio) per un controvalore di circa 70,9 miliardi di euro a carico di cittadini e imprese. Nei primi 8 mesi del 2024 le vendite di benzina e gasolio segnano un +2,3% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo 21,4 milioni di tonnellate.

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