Al Lingotto - non bastasse la tirata d’orecchie del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in diretta Tv - la gaffe istituzionale la devono aver annusata nel pomeriggio. E hanno provato a “metterci una pezza”. E così il contestatissimo presidente di Stellantis John Elkann ha alzato il telefono a chiamato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Elkann ha ribadito il rispetto del Parlamento spiegando che «la risposta al presidente della commissione attività produttive Gusmeroli nasce dall’osservanza della decisione della Camera di impegnare il governo - attraverso le mozioni approvate dall’Aula- a identificare politiche industriali in linea con l’evoluzione del settore automotive». L’erede della dinastia Agnelli durante la telefonata - fanno trapelare da Montecitorio - ha ribadito «l’apertura al dialogo con tutte le Istituzioni, come da sempre il gruppo fa in tutti i paesi in cui è presente, Italia in primis».
Stellantis, ha assicurato, «rispetta e si adatta alle ambizioni di politica industriale scelte dai paesi dove opera, e si impegna nel rispetto delle regole poste dal legislatore a raggiungere i suoi obiettivi aziendali, sulla base dei fondamentali di mercato, dove la domanda guida l’offerta». Una situazione, ha aggiunto Elkann, che «Carlos Tavares ha già rappresentato in modo chiaro in audizione lo scorso 11 ottobre» e di cui «hanno dimostrato di aver preso piena consapevolezza anche i sindacati come emerso dalle dichiarazioni di oggi». Elkann assicura che Stellantis è «concentrata e determinata nell’affrontare la sfida epocale dell’evoluzione del settore automotive. La transizione si costruisce e si realizza, non si rimanda». Assicurando al presidente Fontana che Stellantis «è un’azienda che opera nel mondo con forti radici in Usa, Italia e Francia, dove Fiat è il primo marchio tra gli altri 15. Stellantis e nata proprio per avere spalle più larghe in un contesto dove la pressione competitiva è aumentata esponenzialmente e dove sono necessari investimenti ingenti».