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Fisco, pronto un nuovo evasometro: ecco come funziona

Il generale della Guardia di Finanza, capo del III reparto operazioni, ha presentato la strategia in audizione in Commissione finanze del Senato
di Roberto Tortora mercoledì 2 aprile 2025

2' di lettura

Tempi duri per gli evasori fiscali. Il generale della Guardia di Finanza, capo del III reparto operazioni, ha stilato una nuova strategia in audizione in Commissione finanze del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva del magazzino della riscossione. Pronto un nuovo evasometro, una specie di termometro che misurerà la febbre di evasione per i soggetti con elevati debiti fiscali o con un alto indice di rischio fiscale, come riporta Italia Oggi. 

Nel 2025 sarà dunque sviluppata una specifica analisi, che individuerà i soggetti che risultano essere maggiormente esposti nei riguardi dell’erario e che, al contempo, risultino possessori di consistenti disponibilità finanziarie detenute all’estero. Sulla scorta delle risultanze dell’archivio dei rapporti finanziari, ha spiegato Vinciguerra, e sulla base delle successive elaborazioni, sarà attribuito ai soggetti coinvolti un indice di rischio fiscale. La Gdf chiede che le comunicazioni alle banche dati fiscali avvengano con frequenza mensile da parte degli operatori, per sfruttare le potenzialità di dati finanziari e fiscali freschi. Secondo Pierluca Bortone, ad di Creditfactor, ogni ora maturano 37 miliardi di crediti erariali.

Le Fiamme Gialle puntano a soffocare il fenomeno sul nascere, Vinciguerra spiega: “Sotto questo profilo, le direttive che abbiamo impartito nel tempo ai nostri reparti prevedono di evitare l’esecuzione di attività ispettive qualora non vi siano effettive prospettive di recupero, come nel caso di soggetti con procedure concorsuali o delle società cartiere, che a fronte di volumi d’affari milionari, derivanti dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti, non presentano alcuna consistenza patrimoniale, risultando delle mere ‘scatole vuote’”.

Il primo provvedimento, il più efficace, è la cessazione d’ufficio della partita Iva: nel corso del 2024, ha raccontato Vinciguerra, sono state oltre 3.800 le posizioni portate alla chiusura per manifesta irregolarità. La soglia di attenzione resta elevata, tanto da includere l’evasione da riscossione nelle analisi del rischio, rilevando maggiori indici di anomalia circa possibili condotte fraudolente come alienazioni simulate o in fittizie intestazioni di beni, finalizzate a dissimulare le effettive consistenze patrimoniali.

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