L'Assemblea degli azionisti di Mediobanca, riunitasi in data odierna con la presenza del 78% del capitale, ha respinto la proposta del consiglio in merito all'autorizzazione per dare esecuzione all'offerta pubblica di scambio su Banca Generali. I voti favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati. Contrario il 10%, sostanzialmente il gruppo Caltagirone, mentre gli astenuti hanno toccato il 32% del capitale, di cui il 20% Delfin, 5% le Casse previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit. Mediobanca , preso atto dell'esito dell'assemblea, dichiara decaduta l'offerta su Banca Generali, si legge nella nota. Dopo il voto che stoppa l'ops, Banca Generali è scivolata in borsa segnando un calo dell'1,8% a 50,1 euro mentre Mediobanca si appiattisce (-0,05%). Mps cede lo 0,69% e Generali vende lo 0,84 per cento.
"Un'opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell'attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca ”. Così l'ad di Mediobanca Alberto Nagel ha commentato l'esito dell'assemblea. "Continueremo ad essere concentrati sull'esecuzione del nostro Piano 'One Brand - One Culture' convinti della superiore generazione di valore rispetto all'alternativa rappresentata dall'offerta di Mps", ha aggiunto.
"Desidero ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l'operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un Wealth Manager di ", ha concluso Nagel.