C'è una data da cerchiare in rosso per tutti i pensionati ed è quella di venerdì 19 settembre. È questo il termine entro il quale i pensionati che beneficiano di prestazioni collegate al reddito – come l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale o la pensione ai superstiti – devono comunicare all’Inps i propri redditi riferiti agli anni passati, in particolare al 2020 e al 2021.
Prassi vuole infatti che l'Istituto completi le verifiche reddituale delle prestazioni. In caso contrario - nel rispetto delle norme vigenti - per le pensioni sulle quali il titolare non ha presentato la dichiarazione reddituale relativa all’anno 2021, l’istituto procede alla sospensione delle prestazioni collegate al reddito e, trascorsi 60 giorni dalla sospensione, alla revoca definitiva delle prestazioni medesime, erogate in via provvisoria negli anni in cui rilevavano i redditi dell’anno 2021.
La sospensione rappresenta comunque l’ultimo sollecito alla presentazione dei redditi non ancora dichiarati e si concretizza in una trattenuta pari al 5 per cento dell’importo pensionistico lordo in pagamento a luglio 2025. Ecco allora che per evitare la revoca delle prestazioni collegate al reddito per l’anno 2021, dovrà essere inviata una ricostituzione reddituale indicando i redditi rilevanti relativi all’anno 2021. Ogni anno l’Istituto predispone e invia un’apposita richiesta ad hoc, denominata: "Ricostituzione reddituale per sospensione". Da qui la data di scadenza al 19 settembre. Esclusi da queste operazioni di sospensione e revoca le prestazioni assistenziali, come le pensioni e gli assegni sociali, e le prestazioni di invalidità civile.