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Schlein e Conte, è finita in disgrazia: come li hanno beccati in aula alla Camera

sabato 20 dicembre 2025

2' di lettura

Il retroscena de la Stampa, pesante e piccante, è firmato da Alessandro De Angelis. Uno che di centrosinistra si intende eccome. Riassunto, brutale: tra Elly Schlein e Giuseppe Conte dopo il caso Atreju è finita male, malissimo. I leader del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle, alleati sulla carta ma rivali per un pugno di voti e ambizioni (entrambi sognano Palazzo Chigi, bontà loro), pare che non abbiano più contatti diretti. "Non si telefonano, non si parlano". Su queste basi così friabili, pare impossibile continuare a parlare di "campo largo". 

La dimostrazione plastica di questa spaccatura si è avuta un paio di giorni fa in Parlamento, dove si votavano le mozioni in vista del Consiglio europeo. Opposizione frantumata con sei documenti diversi e soprattutto, sottolinea De Angelis, con Conte e Schlein che "neanche si applaudono i rispettivi discorsi". I due, per l'appunto, "non si telefonano, non hanno consuetudine, non si coordinano. La vicenda di Atreju ha scavato un solco. Quell'essere apostrofato come un Salvini qualunque a Conte proprio non è andato giù. È entrato in modalità «ti faccio vedere chi sono io», ed è visibile a occhio nudo". 

L'Ucraina e la politica estera in genere non sono esattamente l'argomento preferito per cementare l'opposizione, da sempre divisa e non proprio da semplici sfumature. E peraltro lo stesso Pd, al suo interno, non pare avere una linea univoca. E qui De Angelis, con una punta di sadismo, racconta un aneddoto illuminante sullo stato del centrosinistra. 

"Dopo l'Aula dell'altro giorno, Conte è a un evento, dove si presentano un paio di ricerche. Su di lui. La prima, dell'agenzia Socialcom, sulla popolarità 'social' dei leader del cosiddetto campo largo. E chi è il più popolare? Conte, ça va sans dire, seguito, in questo caso da Matteo Renzi. Chi raccoglie più like? Sempre lui. E ovviamente, come candidato premier, batte Elly Schlein. La seconda è un sondaggio Emg di Fabrizio Masia. Chi è più competitivo contro Giorgia Meloni? Ovviamente sempre Conte, mentre con la segretaria del Pd la partita sarebbe più complicata". E questa circostanza, si legge, "spiega bene cosa è nella testa, anzi in cima ai pensieri dei leader del centrosinistra". E infatti per Elly "vale lo stesso": la segretaria dem "non perde occasione per cercare la polarizzazione con la premier, per dire l'anti-Meloni c'est moi". E intanto l'armata anti-governo non è mai stata tanto frantumata. 

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