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Il Papa: "Genocidio armeno in Turchia"Ankara ai ferri corti pure col Vaticano

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Francesco I lo ha definito "il primo del ventesimo secolo" ricevendo una delegazione di Yerevan. Proteste dal ministro degli Esteri di Erdogan

Caterina Maniaci
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Le autorità turche avrebbero  espresso il loro "disappunto" per le parole di Papa Francesco,  che in un incontro con una delegazione guidata dal patriarca di   Cilicia degli armeni, Nerses Bedros XIX Tarmouni, il 3 giugno scorso   ha parlato della strage di armeni in Turchia all'inizio del Novecento   come del "primo genocidio del ventesimo secolo". Fonti diplomatiche   turche citate dal sito del quotidiano Hurriyet hanno affermato che  "il  ministero turco degli Esteri ha comunicato il suo punto di vista e ha   espresso il suo disappunto sia all'ambasciata (della Santa Sede, ndr)   ad Ankara, che al Vaticano a Roma". "Papa Francesco ha espresso grande partecipazione alle vicende del nostro popolo e ha ribadito la sua vicinanza e la sua attenzione", ha confermato l'ambasciatore armeno presso la Santa Sede Mikayel  Minasyan. L'ambasciatore per la prima volta sarà residente a Roma, in via della Conciliazione,  un fatto che rafforza i rapporti diplomatici tra il Vaticano e l'Armenia, rapporti comunque di lunga data e ottimi. "La nostra è la via dei valori democratici e su quelli che fondano il nostro popolo, i valori cristiani, dunque è naturale che tra noi e la Santa Sede i rapporti siano profondi, direi naturali. D'altronde, quella armena è la prima nazione ad essere stata convertita al cristianesimo", spiega l'ambasciatore. E del resto in Armenia si guarda con apprensione e partecipazione a quanto sta avvenendo in Turchia e in Siria, precipitata nel caos e nella guerra civile. A farne le spese, come spesso accade, sono in primis le comunità cristiane e  sono ormai a migliaia i profughi che fuggono da stragi e violenze. Molti sono armeni sono stati costretti a tornare in patria.  "E' un nuovo capitolo della storia terribile che ha segnato la vita di tanti armeni: quelli che oggi sono costretti a scappare dalla Siria in fiamme sono i discendenti, i pronipoti di coloro che riuscirono a scampare alle stragi in Turchia nel 1915. Una tragedia che si ripete", ricorda il giovane diplomatico. In attesa del fatidico 2015, in cui appunto ricorrerà la commemorazione del centenario del genocidio degli armeni, perpetrato nell'aprile del 1915 dal governo dei giovani turchi", per il quale sono previste iniziative e progetti culturali come una grande mostra, proprio a Roma, dedicata a San Gregorio l'Illuminatore, il protettore del popolo armeno.  Nel 1915 scomparvero almeno un milione e mezzo di persone, in gran parte furono deportati e morirono di stenti nei deserti dell'Anatolia, ma probabilmente furono molti di più. Genocidio che la Turchia non ha mai voluto riconoscere come un piano deliberato e progettato, ridimensionando le cifre dell'orrore.

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