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Femen: "In carcere i clienti delle prostitute"

Le manifestanti in topless? Delle bigotte: vogliono punire gli odiati maschetti
di Roberto Procaccini domenica 24 novembre 2013

2' di lettura

E ora Femen, l'organizzazione femminista che ci ha abituato a proteste seni al vento, si scopre intransigente e bacchettona. Il tema è la prostituzione, o meglio le leggi per contrastarla: le poppute contestatarie, partite dall'Ucraina per fare proseliti in tutta Europa, si battono per la penalizzazione completa del fenomeno. Al gabbio non solo chi sfrutta le squillo, dunque, ma anche chi compera i loro servigi. I clienti, insomma. Le Femen, che hanno chiesto (inascoltate) una stretta normativa simile in Ucraina prima delgli Europei di calcio del 2012, si inseriscono nel dibattito pubblico francese. Nel paese transalpino il governo socialista ha appunto presentato una proposta di legge che rende penalmente rilevante la posizione di chi frequenta prostitute, suscitando la protesta di un gruppo di intellettuali libertini raccoltisi intorno al Manifesto dei 343 Mascalzoni. Guarda le proteste in topless delle Femen qui, qui e ancora qui Sessiste e manettare - In Italia la voce delle femministe in topless arriva attraverso l'Huffington Post, dove la leader di Femen Inna Schevchenko ha un blog. Beh, le ragioni delle bionde scapezzolate si riassumono in due termini: proibizionismo e ideologia. Innanzitutto, scrive la Schevchenko, "la prostituzione è un traffico di esseri umani, la società deve proibirla con la massima severità". Quindi nessuna apertura al modello offerto da paesi, come l'Olanda, dove i diritti delle donne sono un fatto conclamato e al contempo la prostituzione è regolata da norme. Tutti dietro le sbarre, e basta. E poi le neofemministe rispolverano un'arma retorica del veterofemminismo del '900: la prostituzione "è lo sfruttamento di un sesso ai danni dell'altro mediante la forza o l'inganno - argomenta ancora la leader -; Legalizzare la prostituzione significa decretare la vittoria definitiva del sistema patriarcale nella guerra dei generi - addirittura - , significa legittimare una società in cui gli uomini si siedono a tavola sbavando e comunicano l'ordinazione alle loro serve sessuali". Ecco, la Schevchenko ignora, o per lo meno finge di ignorare, che a praticare "il più antico mestiere del mondo" ci sono tantissimi maschietti, che propongono i propri servigi a un pubblico di ambo i sessi: e per loro, scusate, le Femen non hanno niente da rivendicare?

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