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Isis, Al Baghdadi paralizzato: chi è Al Afri, il nuovo capo del terrore islamico

di Giulio Bucchi domenica 10 maggio 2015

2' di lettura

Sono passati poco meno di due mesi da quando il Califfo dello Stato islamico Abu Bakr Al Baghdadi è stato ferito in un attacco che ha colpito il convoglio di auto con cui si muoveva nei pressi del villaggio di Umm al Rous, in Iraq. E le cose per lui non si stanno mettendo troppo bene. Secondo il Guardian, Abu Bakr ha subìto un danno alla spina dorsale, e potrebbe anche non essere più in grado di riprendere la guida della sua organizzazione di farabutti. Si trova a Mosul, controllato a vista da due medici, oltre che dal consueto stuolo di giannizzeri. I dottori in questione sarebbero forti sostenitori dello Stato islamico: una radiologa in servizio presso un grande ospedale di Mosul e un chirurgo, anche se non di grande fama. Anche le famiglie di costoro - figli e mogli - sono schierate con i tagliagole. Il Califfo, dunque, è sottoposto a un monitoraggio costante, e soltanto alcuni fra i capoccia dell’Is hanno potuto visitarlo. La maggioranza della truppa, a quanto pare, ignora che stia male. In ogni caso, Abu Bakr non sembra destinato a diventare il solito tiranno impagliato da esibire a beneficio dei sudditi. No, dopo alcune riunioni è stato individuato il suo successore. Si tratta di Abdul Rahman Mustafa al-Qardashi, anche noto come Abu Ala Al Afri. La scelta non sorprende, anche perché Al Afri è in lizza per guidare lo Stato islamico sin dai tempi in cui si chiamava ancora Isi ed era guidato da Abu Omar Al Baghdadi, morto nel 2010. Secondo Hisham Al Hashimi, funzionario del governo iracheno che si occupa di monitorare l’Is, intervistato dal Guardian, i jihadisti hanno «grande fiducia in al-Afri. È intelligente, è un buon leader e amministratore. Se Al Baghdadi dovesse infine morire, sarebbe lui a guidarli». Abu Ala Al Afri è nato a Tal Afar, nella provincia di Ninive. È un professore di fisica, ma, soprattutto è un teorico del jihad, un intellettuale come Al Baghdadi, forse di più. Il suo pensiero si ispira a quello di Abu Musaab Al Suri, considerato fra gli ispiratori della strage di Madrid del 2004. Al Afri ha prodotto parecchi testi, il cui nocciolo duro è ovviamente l’applicazione pedissequa della shari’a. Queste idee gli sono valse addirittura il plauso di Osama Bin Laden, che nel 2010 intendeva nominarlo emiro di Al Qaeda in Iraq, una sorta di secondo Al Zarqawi. Dunque Al Afri è stimato, e potrebbe proseguire l’opera di Al Baghdadi in ogni momento, e senza particolari scossoni. Di più: essendo molto stimato fra i qaedisti, potrebbe essere il garante della definitiva fusione fra gli uomini di Al Zawahiri e del Califfato. Abu Bakr è ferito, ma il futuro non è più roseo. di Francesco Borgonovo

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