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Ue, non solo Tusk: tutti gli uomini di Angela Merkel che "tifano" per il rigore

di Andrea Tempestini domenica 7 settembre 2014

2' di lettura

L'asse contrario al rigore, sulla carta composto da Matteo Renzi e Francois Hollande, ha strappato in Europa la nomina di Federica Mogherini come nuova Lady Pesc. Una magra consolazione in seno alle istituzioni continentali, che sotto il dominio della Germania di Angela Merkel puntano tutto, ancora, sulle lacrime e sul sangue (economicamente parlando, s'intende). Indicativa in tal senso la nomina di Donald Tusk come presidente del Consiglio europeo, il polacco rigorista convinto e indicato dalla Merkel. La mano lunga della Cancelliera, pochi giorni prima, era riuscita a dirottare anche Jean-Claude Juncker a capo della Commissione europa: un altro fedelissimo il cui dogma è il pareggio di bilancio. Ma non è finita. Come ha rivelato il presidente del Consiglio Ue uscente, Herman Van Rompuy, la Merkel vuole stravincere la sua partita, con lo spagnolo Luis De Guindos (Ppe) a capo dell'Eurogruppo dei 18 dei ministri finanziari. Una partita, quest'ultima, che si dovrebbe chiudere nel 2015, ma che potrebbe essere anticipata se l'eurosocialista olandese Jeroen Dijsselbloem dovesse entrare nella nuova Commissione che Juncker presenterà tra l'8 e il 10 settembre. Come detto, in pole per prendere il suo posto, c'è De Guindos, altro "merkeliano", altro politico a favore delle misure di austerità e rigore finanziario e, in definitiva, altro nemico dell'Italia. Manovre a Bruxelles - Con il tris "d'assi" Juncerk-Tusk-De Guindos, di fatto, la Merkel e la Germania si assicurerebbero un dominio sull'Europa destinato a durare. Le manovre pro-rigore, come dimostrano le indiscrezioni sulla telefonata di fuoco della Cancelliera a Mario Draghi (rimproverato per aver scordato l'austerità), sono frenetiche. Le aspettative di Italia e Francia di una svolta nella politica Ue che preveda maggiore flessibilità, insomma, sono destinate a rimanere disattese. L'unico nome sul quale il fronte anti-rigore potrebbe spuntarla è quello di Pierre Moscovici come commissario per gli Affari economici (al posto dei filo-Merkel Olli Rehn e Jirki Katainen). Ma anche quest'ultima partita è complessa. Dalla Merkel, ovvio, è arrivato un secco "no" (anche se, si sussurra, Angela potrebbe cedere dopo aver incassato la nomina di De Guindos). Inoltre voci dai palazzi di Bruxelles riferiscono di una manovra in atto orchestrata da Juncker per "depotenziare" Moscovici, paracadutandolo agli Affari economici e nominando Katainen commissario supervisore di tutti i portafogli economici (e, di fatto, sterilizzando Moscovici). Oppure, ultima opzione, al posto del francese potrebbe anche spuntarla Dijsselbloem, sì eurosocialista ma molto fedele alla cancelliera Angela: un rigorista il cui primo obiettivo è quello di preservare la sintonia tra Olanda e Francia nel rigore dei conti pubblici.

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