La Corte Suprema indiana ha riconosciuto i diritti del terzo sesso. Si tratta di una sentenza storica, che per la prima volta riconosce ufficialmente gli hijra, più conosciuti come eunuchi, cioè coloro che non si sentono né uomini né donne. Si conta che in india i peculiari transgender siano tra i 3 e i 5 milioni e adesso, grazie alla sentenza, potranno accedere al sistema sanitario, avere posti riservati nelle scuole e nella pubblica amministrazione e saranno riconosciuti alla pari di tutti gli altri cittadini. "Il terzo genere - dice il giudice KS Radhakrishnan - non è una questione sociale o di scienza medica, ma è un diritto umano. I transessuali sono cittadini come gli altri e devono avere le stesse opportunità". Polemica - La tradizione indiana degli eunuchi è antichissima e nella società queste figure sono sempre state temute e riverite allo stesso tempo. Questo rapporto di amore e odio nei confronti dei hijra era molto discusso anche in epoca coloniale; mentre la comunità degli eunuchi era molto potente e rispettata nei palazzi del potere indiani, i colonizzatori inglesi li hanno banditi con una legge nel 1871, che li indicava come "criminali" per il loro stile di vita libertino. Queste figure fanno parte della cultura del Paese da così tanto tempo che il pantheon indù ha anche una divinità trans, che è riconosciuta come la patrona del terzo sesso. Un Paese di contraddizioni - Nonostante il grande passo in avanti che è stato fatto in questa battaglia per i diritti umani, l'India non sta andando avanti in questa direzione. La stessa Corte Suprema, infatti, ha reintrodotto il reato di "sesso contro natura", che era stato abolito da una sentenza del 2009 e che è stato invece rivotato lo scorso dicembre. Gli hijra si trovano quindi in una situazione piuttosto paradossale, perché vedono riconosciuti i loro diritti con la più recente sentenza, ma sono considerati fuori legge dalla società per quanto riguarda la loro vita sessuale.