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Siria, non passa la mozione di attacco in Gb. Obama: "Intervento anche senza Onu, ma limitato"

Intanto si conclude anche la conferenza tra esponenti Usa e Onu: l'uso di gas da parte di Assad c'è stato
di Francesca Canelli sabato 31 agosto 2013

2' di lettura

Messo al voto nel parlamento britannico, la mozione del governo a sostegno di un eventuale intervento in Siria non passa. Sono 285 i voti contrari, a discapito dei 272 a favore. Già ieri David Cameron aveva espresso i suoi dubbi su un intervento senza l'avallo dell'Onu, affermando inoltre che le indagini degli ispettori riguardo l'uso di gas tossici non potevano essere provate al 100%. Tuttavia la decisione finale è stata lasciata ai parlamentari: "Rispetterò la decisione", dice il primo ministro inglese. "È difficile trovare un movente" per l'attacco con armi chimiche da parte di Damasco - aveva affermato nei giorni scorsi - "ma è probabile che Bashar Assad abbia voluto lanciare una sfida" e "sospetto che abbia voluto condurre una prova sul campo".  La decisione è stata accolta con meno aplòmbe dagli alleati americani. Uno dei paesi su cui il governo a stelle e strisce conta di più, l'alleato storico degli Usa, si tira indietro. Secondo quanto riferito da alcuni diplomatici occidentali all'Onu, gli Usa sarebbero "lividi" nei confronti dei britannici. Lo ha ammesso anche il segretario alla Difesa di Londra, Hammond, dicendosi consapevole stanotte - dopo aver confermato che il Regno Unito per ora si sfila da ipotesi di azioni militari in Siria - che gli Usa non la prenderanno bene. Tuttavia il governo Obama non molla, e con lui si schiera anche la Francia di François Hollande. L'attacco potrebbe avere luogo prima di mercoledì, giorno in cui è fissata la convocazione straordinaria del parlamento francese per discutere dell'operazione. Con o senza il via libera dell'Onu. Che sia d'accordo o meno, gli Stati Uniti hanno il dovere di intervenire, è il peniero del presidente. la conferma che gli Stati Uniti decideranno solo in base "agli interessi americani", anche in assenza dell'alleato inglese, viene dal portavoce del Consiglio di sicurezza Usa, Caitlin Hayden che spiega: "Continueremo a consultare la Gran Bretagna, ma il presidente Obama prenderà una decisione tenendo conto solo di ciò che è più giusto per gli interessi degli Stati Uniti". E si è anche conclusa poco dopo le due di notte (ora italiana) la conference call fra alcuni esponenti della Casa Bianca e i leader del Congresso . Lo riporta la Nbc citando alcune fonti. L'appuntamento era in programma per le 18, la mezzanotte italiana, e per la Casa Bianca a intervenire sono stati il segretario di Stato John Kerry, il segretario alla difesa Chuck Hagel, il consigliere alla sicurezza nazionale Susan Rice e il direttore della National Intelligence James Clapper. Secondo l'amministrazione Obama, intercettazioni di comunicazioni fra funzionari siriani confermerebbero l'uso di armi chimiche da parte di Assad. Al termine della conference call dei leader del Congresso con rappresentati dell'amministrazione, il parlamentare Eliot Engel della commissione Affari esteri della Camera ha detto che il presidente americano Barack Obama non ha ancora deciso un'eventuale risposta militare all'uso di armi chimiche in Siria. 

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