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Trovato sangue fluido nella carcassa di un Mammut. Clonazione vicina?

In un'isola dell'arcipelago Ljachov nel mar di Laptev
venerdì 31 maggio 2013

2' di lettura

Roma, 30 mag. (Ign) - Un'eccezionale scoperta, avvenuta nelle isole Lyakhovsky dell'arcipelago delle Isole della Nuova Siberia, nel Mar Glaciale Artico, potrebbe riportare in vita i Mammut. Una spedizione guidata da scienziati russi dell'Università di Yakutsk, ha infatti trovato i resti di una femmina adulta, morta all’incirca all’età di 60 anni, dai quali è stato possibile estrarre una discreta quantità di sangue. Risalente a circa 11 mila anni fa, la parte inferiore della carcassa è rimasta quasi intatta perché trattenuta in una pozza d’acqua successivamente gelata. Secondo gli studiosi il mammut potrebbe essere caduto in acqua o rimasto impantanato in una palude e, non riuscendo a liberarsi è morto. "Grazie a questo fatto - dice Semyon Grigoryev, scienziato presso l’Università Federale Northeastern Yakutsk al Daily Mail - la parte inferiore del corpo, la mascella inferiore e la lingua si sono conservate molto bene". La parte superiore e due gambe, potrebbero invece essere state divorate dai predatori. Ed è proprio rompendo il ghiaccio che gli scienziati hanno scoperto una dose consistente di sangue rimasto fluido nonostante le basse temperature. Anche lo stesso tessuto muscolare ha mantenuto il colore rosso tipico della carne viva. Il sangue e gli altri campioni sono quindi stati inviati al laboratorio di bioingegneria privato della sudcoreana Sooam Biotech Research Foundation, l'organizzazione che nel 2005 ha creato il primo cane clonato al mondo, e che lo scorso marzo ha firmato un accordo con la Northeastern University federale di Grigoryev per arrivare alla clonazione di un mammut. Si riapre quindi il dibattito sull'opportunità di riportare in vita le specie estinte usando il DNA. Ma è presto per le polemiche. Come ammette lo stesso Grigoriev "speriamo che almeno una cellula vivente del mammut sia stata conservata come farebbe pensare la buona condizione della carcassa", ma le probabilità sono poche. In caso di successo gli ovuli saranno impiantati nell'utero di un elefante, che affronterà una gravidanza di 22 mesi.

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