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Via libera alla riforma sanitariaCorte suprema Usa "spinge" Obama

I giudici confermano la costituzionalità dell'obbligo di acquistare un'assicurazione sanitaria. Per il presidente è punto a favore anche per la campagna elettorale
di Matteo Legnani sabato 30 giugno 2012

2' di lettura

La Corte Suprema Usa, chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità della riforma sanitaria voluta dal presidente, Barack Obama, ha salvato il cuore della legge, l’obbligo per tutti i cittadini di acquistare una polizza assicurativa.  Il sì al cosiddetto "individual mandate" è passato con cinque voti contro quattro, a conferma delle forti divisioni in seno alla Corte. La clausola che prevede l’acquisto obbligatorio della polizza, pena una multa, "può ragionevolmente essere considerata come una tassa", ha scritto il giudice capo, John Roberts, nella pronuncia. "Visto che la Costituzione permette una simile tassa, non rientra nel nostro compito proibirla o giudicarne l’opportunità o l’equità".   Decisiva è stata la scelta del chief justice John Roberts, nominato dal conservatore George W. Bush, ma che si è schierato con i quattro magistrati di nomina democratica. Contrari invece i giudici Antonin Scalia, Clarence Thomas, Samuel Alito, considerati vicini al Gop, e il moderato Anthony Kennedy.   Contro questa clausola avevano presentato ricorso 26 Stati (oltre alla National Federation of Indipendent Business e a privati cittadini). Il blocco dei 26 sosteneva che il Congresso ha abusato delle proprie prerogative costituzionali, che riguardano la tassazione e il commercio. Ma per i giudici l'"individual mandate" può essere equiparato a una tassa.  Il sì al cosiddetto "individual mandate" è passato con cinque voti contro quattro, a conferma delle forti divisioni in seno alla Corte. La clausola che prevede l’acquisto obbligatorio della polizza, pena una multa, "può ragionevolmente essere considerata come una tassa", ha scritto il giudice capo, John Roberts, nella pronuncia. "Visto che la Costituzione permette una simile tassa, non rientra nel nostro compito proibirla o giudicarne l’opportunità o l’equità". Decisiva è stata la scelta del chief justice John Roberts, nominato dal conservatore George W. Bush, ma che si è schierato con i quattro magistrati di nomina democratica. Contrari invece i giudici Antonin Scalia, Clarence Thomas, Samuel Alito, considerati vicini al Gop, e il moderato Anthony Kennedy.  Contro questa clausola avevano presentato ricorso 26 Stati (oltre alla National Federation of Indipendent Business e a privati cittadini). Il blocco dei 26 sosteneva che il Congresso ha abusato delle proprie prerogative costituzionali, che riguardano la tassazione e il commercio. Ma per i giudici l'"individual mandate" può essere equiparato a una tassa. 

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