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Semyon Bagdasarov, il professore attacca Vladimir Putin in diretta tv: ora rischia 15 anni di carcere

venerdì 11 marzo 2022

2' di lettura

Nonostante il bavaglio imposto da Vladimir Putin, anche i russi iniziano a ribellarsi. È accaduto ieri durante un talk show sul canale televisivo di Stato Russia 1. Qui gli ospiti si sono rifiutati di sostenere la propaganda del Cremlino sulla guerra in Ucraina e hanno criticato apertamente l'invasione da parte russa. E a nulla sono serviti i tentativi dei conduttori di definire quella del presidente russo "un'operazione speciale" per "smilitarizzare" e "de-nazificare", uno degli ospiti ha perso le staffe.

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"Dobbiamo entrare in un altro Afghanistan, ma anche peggio?", ha sbottato l'accademico Semyon Bagdasarov mentre il "propagandista in capo" di Putin, Vladimir Soloviev, tentava di interromperlo. Prima di lui era stato Karen Shakhnazarov, regista e opinionista, ad affermare che il conflitto in Ucraina rischiava di isolare la Russia. "Faccio fatica a immaginare di prendere città come Kiev. Non riesco a immaginare come sarebbe". E ancora: "Se questo film inizia a trasformarsi in un disastro umanitario assoluto, anche i nostri stretti alleati come Cina e India saranno costretti a prendere le distanze da noi".

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Parole forti, soprattutto se si considera che i russi che criticano la guerra rischiano di essere incarcerati per 15 anni, mentre i media indipendenti nel paese affrontano minacce di chiusura o ingenti multe se si riferiscono alla campagna militare come a una "invasione". E non è un caso che nei giorni scorsi il conduttore di "Ciao", Ivan Urgant dopo aver preso posizione contro la guerra, è sparito dalla televisione. Urgant, conosciuto in Italia per l'ironia sul nostro Paese, andava in onda su Pervyj Kanal con "Evening Urgant". Il programma era scomparso dal palinsesto di Pervyj Kanal subito dopo il post del conduttore su Instagram, lasciando spazio a una programmazione alternativa fatta di concerti celebrativi, film di guerra e commemorazioni patriottiche.

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