Nella notte

Putin e la "pace cinese": subito il "raid assassino" in Ucraina

La "pace cinese", per ora, è solo una suggestione. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky denuncia l'ultimo attacco lanciato dall'esercito russo su Twitter: "Più di 20 droni iraniani assassini, oltre a missili e numerosi bombardamenti. E questo solo nell'ultima notte di terrore russo contro l'Ucraina. Ogni volta che qualcuno cerca di sentire la parola 'pace' a Mosca, lì viene dato un altro ordine per questi raid criminali". Il riferimento di Zelenksy è alla due giorni di vertice a Mosca tra il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinping. Pechino ha presentato un piano di pace per l'Ucraina che ha trovato il gradimento ufficiale del Cremlino ma la netta chiusura della Casa Bianca. Di fatto, carta straccia a livello diplomatico ma conferma dell'asse russo-cinese contro l'Occidente. "Il successo delle forze sulla terra, di cielo e di mare dell'Ucraina avvicina davvero la pace - ha aggiunto Zelensky -. Il pieno rispetto del regime di sanzioni contro la Russia ripristina la forza della Carta delle Nazioni Unite. L'unità globale può ripristinare la stabilità globale".

 

 

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Secondo l'intelligence britannica, intanto, l'avanzata delle forze russe vicino a Bakhmut "sta iniziando a indebolirsi", sebbene la situazione per i difensori della città "rimane difficile". Gli 007 di Londra rilevano che nei giorni scorsi le forze ucraine hanno lanciato un contrattacco locale a ovest di Bakhmut per ridurre la pressione nemica sull'autostrada H-32, importante per i rifornimenti. "Esiste una possibilità realistica che l'avanzata russa nella città stia iniziando a perdere lo slancio limitato che ha avuto finora - in parte perché alcune unità russe vengono trasferite in altri settori del fronte", viene osservato. 

 

 

 

Sul tema della guerra è intervenuto ad Agorà, su Rai 3, anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Mi auguro che tutti lavorino nella stessa direzione, per fermare la guerra. E la guerra si fermerà nel momento stesso in cui Putin dichiarerà ferma la guerra, perché è lui che l'ha scatenata e ci sono le sue armate sul territorio dell'Ucraina, sono i suoi missili che colpiscono le città ucraine, gli ospedali, le centrali elettriche e le centrali idriche, che cercano di affamare e ridurre al freddo le famiglie ucraine". "Quindi - ha concluso il ministro -, nel momento stesso in cui lui intende realizzare un percorso di pace, basta che fermi le armate. A quel punto ovviamente il dialogo può partire".